L’11 febbraio ricorre l’anniversario della Festa della Conciliazione; il 90° anno da quell’11 febbraio del 1929 quando fu ufficializzato il trattato fra Stato e Santa Sede. I più giovani si chiederanno quale sia l’importanza di questa giornata. Saranno proprio le testimonianze e i ricordi dei nostri parenti, nonni o genitori a rendere questo giorno non del tutto dimenticato. I più grandi ricorderanno, con un pizzico di ironia, che una volta, fino al 1977, era festa a scuola.
Questa festività segnava una vera e propria vittoria politica e spirituale dello Stato grazie ai Patti Lateranensi. E che, allo stesso tempo, rappresentava la fine dei disaccordi e la contesa tra laicità e religione che raffiguravano i due corpi indispensabili per conservare l’equilibro dell’Italia. Tutto ciò rasserenò gli animi di qualsiasi cittadino dopo un periodo di forti scontri e continue contese interne dovute dall’arrivo a Roma delle truppe italiane nel 1870.
Il rapporto tra le due parti era precedentemente disciplinato dalla cosiddetta “legge delle Guarentigie”, approvata dal Parlamento italiano il 13 maggio 1871. La legge constava di 20 articoli ed era divisa in due parti. La prima riguardava diritti garantiti al Pontefice, quali inviolabilità della persona, onori sovrani e guardie armate al proprio servizio. La seconda parte regolava i rapporti fra Stato e Chiesa Cattolica, garantendo ad entrambi la massima pacifica e autonoma amministrazione.
Dopo circa 60 anni, nel 1929, il Governo fascista operò per una conciliazione con la Chiesa e siglarono i cosiddetti Patti Lateranensi. Gli accordi furono firmati dal cardinale segretario di Stato Pietro Gasparri e da Benito Mussolini. Il partito di quest’ultimo cominciò a considerare la Città del Vaticano come Stato sovrano e indipendente e a rispettarne il potere. Fu un grande passo per far sì che si potesse raggiungere un giusto ed equo accordo per la supremazia e il governo della città di Roma. Per dare spazio a delle curiosità riguardanti questi Patti è necessario sottolineare che questi ultimi presero nome dal palazzo di San Giovanni in Laterano, luogo dove furono stipulati. Inoltre si dividono in tre diversi documenti: un Trattato, una Convenzione finanziaria ed un Concordato. Due importanti scopi raggiunti furono quello di ampliare il consenso del popolo per il pensiero fascista di Mussolini e legittimare indipendenza e libertà autoritaria all’interno del nascente Stato Città del Vaticano.
Ma dopo la caduta del fascismo i Patti furono messi in discussione e l’Assemblea della costituzione si trovò a dover ridefinire i rapporti. Infatti l’incompatibilità di numerose disposizioni dei Patti Lateranensi con i principi fondamentali della Costituzione Repubblicana hanno portato alla necessità di modificare alcuni articoli contenuti al suo interno.
Così nel 1984 fu stipulato un nuovo Concordato che previde l’abolizione di alcuni privilegi riconosciuti dallo Stato alla Chiesa nonostante si mantenne maggiore tolleranza sulla professione di culto e fede per i cittadini. Da qui ricordiamo l’istituzione della fede cattolica come “unica religione dello Stato”. Non a caso l’art 7 (co. 1, Cost.; Laicità dello Stato) della Costituzione afferma: “lo Stato e la Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”. Una norma di grande rilevanza ed importanza i cui effetti toccarono i credenti ma allo stesso modo anche chi non lo era.
Per concludere è importante, forse essenziale, mantenere viva la memoria dentro noi di questa giornata per riflettere sull’importanza e sull’attualità di quell’evento che ha apportato modifiche e al giorno d’oggi mantiene cambiamenti favorevoli per lo sviluppo e salvaguardia del nostro Paese.