Inizia sabato 2 aprile il Ramadan. È uno dei mesi del calendario musulmano che compongono l’anno ed è dedicato al digiuno che, per gli stessi fedeli musulmani, è uno dei cinque precetti fondamentali. Sono chiamati a praticarlo tutti i fedeli eccetto i minorenni, i vecchi, i malati, le donne che allattano o in gravidanza. Le donne durante il ciclo mestruale e chi è in viaggio sono solo temporaneamente esentati.
Le regole del Ramadan e il digiuno: cosa non si può fare
In questo mese, dall’alba a tramonto, i fedeli non devono bere né mangiare. Possono farlo solo prima del sorgere del sole e dopo il tramonto. Insieme al digiuno, devono anche astenersi dalle pratiche sessuali, dal fumare, dai peccati di parola come la calunnia, la bestemmia, la menzogna o da azioni violente. Devono anche recitare preghiere e compiere azioni di beneficenza.
Ramadan 2022, oggi il primo giorno: quanto dura
In tutto il Ramadan dura trenta giorni. Quest’anno inizia il 2 aprile e finisce il 2 maggio con la festa dell’interruzione, durante la quale, spesso, le comunità islamiche si aprono alle città, incontrando nuove persone, condividendo ciò che hanno.
Ramadan è il nome del nono mese dell’anno nel calendario musulmano, nel quale, secondo la tradizione islamica, Maometto ricevette la rivelazione del Corano “come guida per gli uomini di retta direzione e salvezza”.
Il mese di Ramadan non cade sempre nello stesso periodo del calendario, perché quello degli islamici è un calendario lunare e la numerazione dell’anno non coincide perché i musulmani iniziano a contare dal nostro 622 d.C., quando Maometto lascò la Mecca per recarsi a Medina. Per questo motivo il Ramadan può iniziare (e finire) in date diverse da Paese a Paese.
I cinque doveri della fede islamica
Il digiuno è uno dei cinque doveri della fede islamica. Gli altri sono la professione di fede, la recita quotidiana delle cinque preghiere, l’elargizione delle elemosine e il compimento, almeno una volta nella vita, del pellegrinaggio a La Mecca in Arabia Saudita. La mancata osservanza di questi precetti, in alcune delle comunità più osservanti, può comportare l’imputazione del reato di apostasia.
Fonte: Repubblica.it