Senza che ce ne accorgessimo la cannabis è diventata una star. Ovunque la sua immagine appare la gente impazzisce come fosse un calciatore o un cantante famoso. La foglia appuntita della canapa, fino a pochi anni fa simbolo della cultura underground, è ormai un’icona mondiale esibita nei contesti più impensabili. Negli ultimi mesi anche a Caserta hanno fatto la loro comparsa, alcuni negozi che ne commercializzano i derivati “legali”.
In Canada l’uso, la coltivazione e la vendita della cannabis sono diventati legali a partire da mercoledì 17 ottobre 2018. Alcuni negozi hanno effettuato aperture straordinarie per soddisfare la domanda dei clienti che hanno formato lunghe code. La liberalizzazione apre una fase di test sugli effetti di questa manovra.
Dopo l’Uruguay, il Canada è la seconda nazione al mondo a optare per la liberalizzazione. La cannabis è stata liberalizzata anche in nove Stati americani ma, a livello federale, non ci sono leggi unificate.
Che cos’è la cannabis light
Per cannabis light si intendono tutti quei preparati in cui le concentrazioni di THC, ovvero la sostanza responsabile dell’effetto psicotropo, sono comprese tra lo 0,2% e lo 0,6%. Viene definita “light” proprio in virtù della bassa concentrazione di THC se comparata a quella presente nella cannabis acquistata illegalmente o alla cannabis venduta in farmacia e destinata ad uso medico. Per rendere l’idea il prodotto più utilizzato a scopo terapeutico, il Bedrocan, ha una percentuale in THC pari al 22%.

Come ha dichiarato Virgilio Gesmundo, titolare del negozio “Green Planet” in via Gemito a Caserta «La cannabis terapeutica, a differenza della cannabis light, differisce principalmente per la quantità di THC e CBD presente. Questa differenza fa sì che quella terapeutica possa essere considerata un farmaco a tutti gli effetti utile per il controllo di nausea, vomito, mancanza di appetito principalmente nei pazienti sottoposti a chemioterapia e al controllo di alcune forme di dolore cronico come quello neuropatico. Non solo, altra indicazione è quella nel trattamento dei dolori da spasticità muscolare e nei casi di fibromialgia. Tale effetto può essere raggiunto solo attraverso l’assunzione di cannabis con concentrazioni di THC e CBD ben precise».
Tuttavia, il Consiglio Superiore di Sanità ha espresso parere contrario alla vendita della cannabis light per un principio di precauzione. Secondo il Consiglio infatti «la biodisponibilità di THC anche a basse concentrazioni non è trascurabile, sulla base dei dati di letteratura; per le caratteristiche farmacocinetiche e chimico-fisiche, THC e altri principi attivi inalati o assunti con le infiorescenze di cannabis possono penetrare e accumularsi in alcuni tessuti, tra cui cervello e grasso, ben oltre le concentrazioni plasmatiche misurabili; tale consumo avviene al di fuori di ogni possibilità di monitoraggio e controllo della quantità effettivamente assunta e quindi degli effetti psicotropi che questa possa produrre, sia a breve che a lungo termine».
I benefici della cannabis light
Ma vediamo alcuni benefici della cannabis. In California si vendono cerotti che rilasciano THC (Il delta-9-tetraidrocannabinolo è uno dei maggiori e più noti principi attivi della cannabis) in modo continuato e controllato nell’organismo, vi sono creme alla cannabis da spalmare sul collo prima di dormire per combattere l’insonnia, ovuli vaginali studiati per lenire i dolori mestruali, lubrificanti psicotropi che promettono ondate di orgasmi multipli alle signore e addirittura supposte che assicurano esperienze psicoattive mai provate prima. A questi prodotti va aggiunta una lunga lista di bevande, birre, caramelle, cioccolate e quant’altro potenziate con concentrazioni più o meno elevate di THC.

In tutto il mondo decine di aziende studiano nuovi prodotti medici a base di cannabis, potenzialmente in grado di apportare enormi benefici a tanti cittadini comuni. Secondo recenti ricerche, se ne venisse normalizzata la vendita, il 10% della popolazione sarebbe propenso ad utilizzare cannabis light a scopi terapeutici o ricreativi.
Di pari passo si sta assistendo alla moltiplicazione di negozi al dettaglio dedicati alla canapa e ai suoi derivati. Comunque, la crescita esponenziale avvenuta nell’ultimo anno è dovuta essenzialmente al successo commerciale della cannabis light.
Questo il mercato lo ha capito bene e si sta adattando al momento che stiamo vivendo.
Un mercato in forte espansione
La cannabis è sempre più popolare anche in Italia. Gli eventi del settore si moltiplicano, mentre studiosi, medici e giornalisti vengono allo scoperto avallando la necessità della sua legalizzazione. In attesa che accada qualcosa di epocale, il mercato della canapa sta fiorendo.
A Napoli, per esempio, da venerdì 26 a domenica 28 ottobre 2018 si svolgerà la quinta edizione di “Canapa in Mostra”, la fiera internazionale della canapa industriale e medica. Gli stand espositivi saranno allestiti nell’ormai consolidata location della Mostra d’Oltremare di Napoli, ma in spazi sempre più grandi e con una partecipazione record di espositori.
E’ strano pensare che nei primi decenni del secolo scorso l’Italia era il secondo produttore mondiale di canapa, dopo la Russia. Ora, dopo anni di oscurantismo, la pianta con le foglie a punta potrebbe vivere una nuova rinascita. Secondo uno studio di Coldiretti in cinque anni siamo passati da circa 400 ettari coltivati a canapa del 2013 agli oltre 4000 seminati quest’anno. Solo nell’ultimo anno sono nate centinaia di aziende agricole che si sono specializzate in tale coltivazione.
Depenalizzare la cannabis non significa privare dei potenziali rischi una sostanza ma piuttosto prendere atto della loro esistenza, cercando di orientare i cittadini verso comportamenti sempre più sani e con modalità sociali lecite. Se anche la Comunità Medica si sta orientando sempre più verso questa direzione, sarà il caso che sempre più persone inizino a porsi le giuste domande.