Caserta, processo ai ladri di api: catturati grazie al gps nascosto nelle arnie da un apicoltore

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Dopo le rapidissime indagini, parte oggi il processo ai quattro ladri di api presi con le mani nel miele, colti dalla polizia mentre scaricavano nella loro proprietà le arnie appena rubate.

I fatti risalgono alla sera del 22 novembre scorso quando un apicoltore casertano derubato giuda i carabinieri alla caccia dei quattro ladri di api seguendo i segnali del gps inserito un una delle arnie.

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I furti di api, preziosissimi insetti che producono il miele ed impollinano i campi agricoli, sono ormai all’ordine del giorno nei mesi primaverili. La drammatica notizia è che oggi le api sono un bene talmente prezioso da essere in pericolo di furto anche in inverno, mese nel quale riposano al caldo nelle loro arnie in attesa della bella stagione e dei fiori da visitare.

La sera del 22 novembre suona l’allarme nel telefono di Michele, noto apicoltore professionista del casertano, è l’app del gps antifurtoarnia che segnala uno spostamento anomalo.

Michele si reca subito dai carabinieri e scatta un inseguimento durato circa 30 km, con l’apicoltore a bordo della volante che guida i militari sulla strada tracciata dal gps inserito in una delle arnie rubate.

I carabinieri sono così giunti a Falciano del Massico, presso una grande azienda agricola nella quale è stato facile trovare le arnie rubate, grazie alla precisa posizione fornita dal ps.

I proprietari dell’azienda agricola avevano nascosto le arnie rubate nei campi con frasche, ed alla vista dei militari hanno negato di sapere dove si trovassero: i dati raccolti dal gps e la presenza stessa del dispositivo ben nascosto dentro l’arnia si sono però rivelati prove inconfutabili dei loro atti criminali.

Il furto di alveari è in tutto e per tutto un abigeato – termine coniato dai Romani per indicare il furto di bestiame – che punisce con la reclusione da due a sei anni più una multa chi si impossessa di capi di bestiame, mandrie ed animali togliendoli dal legittimo proprietario per trarne profitto per sé o per altri.

Nel 2018 e 2019 le denunce per furti di api si sono moltiplicate, come denunciato dalle associazioni nazionali di apicoltori, con cifre in crescita in modo esponenziale. Le stime indicano in 22 mila le arnie rubate nel solo 2018, con la preoccupante certezza che i numeri siano molto maggiori per la scarsa propensione a denunciarli.

Anche per questo la storia di Michele è di particolare rilevanza, la sua scelta di proteggere le preziose api installando il gps prodotto da una startup romagnola, si è rilevata vincente. Tecnologia al servizio delle api, unita alla determinazione di un apicoltore serio, che ha scelto di denunciare per portare allo scoperto i criminali che si sono macchiati di tali crimini. Le indagini sono state facili ed immediate grazie al gps avendo potuto cogliere i ladri sul fatto. I carabinieri dopo un inseguimento di circa 30 km, guidati dall’apicoltore e dal gps, sono arrivati sul posto mentre i ladri scaricavano le 21 arnie sottratte.

Un dolce bottino che si è rivelato amaro per i quattro incriminati che ora rischiano una pesante sanzione e ripercussioni ancora più gravi per il processo penale che prende il via oggi, soprattutto per le prove a loro carico.

La presenza del gps all’interno delle arnie è la prova schiacciante, ed i dati inviati dal dispositivo raccontano nel dettaglio i tempi ed il percorso svolto durante il furto, con possibili implicazioni per persone che abbiano permesso di attraversare campi privati percorrendo scorciatoie per abbandonare quanto prima la strada statale.