La città di Caserta è nota soprattutto per la maestosa reggia borbonica con il suo immenso parco. Il palazzo reale, però, non è l’unico gioiellino della nostra città: infatti tra le strade del capoluogo possiamo scorgere numerosi tesori di cui purtroppo non ne conosciamo l’esistenza. Uno di questi si trova nella frazione collinare di Casola, sul sagrato della chiesa di San Marco Evangelista, dove sorge un maestoso ed imponente tiglio.
Come scritto sul sito ufficiale dell’Eremo di San Vitaliano, l’albero, del genere Tiglio Europeo, è alto 13mt con un diametro di 1.5 mt ed una circonferenza di circa 5,00 mt. La Società Demetra Specialist ha ricavato l’età della pianta attraverso un’analisi dendrocronologica, assegnandole circa 450 anni. Alcune voci popolari, invece, narrerebbero addirittura che l’albero abbia origini medioevali, come il vicino borgo di Casertavecchia.
La pianta porta sicuramente i segni irremovibili del tempo, ma ciò nonostante è un simbolo e segno d’identità per il paesino casertano. Per dare nuovamente vigore e salvaguardare l’arbusto secolare, dal 2010 la S.I.A. (Società italiana di Arboricoltura) lo ha adottato e preso in cura, occupandosi degli interventi fitosanitari, di potatura e messa in sicurezza.
Le iniziative per promuovere sia la salvaguardia che la conoscenza del fusto sono molte: lo scorso 2 febbraio, infatti, in collaborazione con la Diocesi di Caserta, si è svolta una manifestazione per la salvaguardia del Creato, al centro della quale c’è stato proprio il tiglio di Casola, il quale è stato soggetto ad una nuova potatura da parte della Ditta Global Green di Domenico Cascone e, in seguito, degustazione del decotto di Tiglio con miele di Tiglio, per promuovere le dolcezze di questo albero.
Al Tiglio in oggetto sono stati dedicati anche versi poetici da parte di Mons. Vitaliano Rossetti (1953). Riportiamo di seguito un estratto della sua poesia “Al tiglio secolare di Casola”
“…Sotto la chioma tua larga e folta,
che sul sagrato spande un’ombra amica,
quante di cose d’uomini s’è svolta
istoria antica.
Quando il Borbon tentò qui la difesa
da quello scettro ormai già pesto e infranto,
tu sol di pace fra tanta contesa
stendevi il manto
Oh, sei caro a tutti, o nostro tiglio,
che stendi ognora al cielo, i lunghi rami;
tu, quasi padre ch’erudisca il figlio,
a te ci chiami.
Tu con linguaggio tacito darai,
consigli a tutti di sapienza antica;
dell’onestade e del lavor farai
l’anima amica….”