“Chiromantica ode telefonica agli abbandonati amori” al teatro Petrolini di S.M.C.V.

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Santa Maria Capua Vetere (Caserta) – Prosegue con un interessante spettacolo la stagione del Teatro “Ettore Petrolini”, situato all’interno dell’ex carcere minorile Angiulli, riaperto da Ola’ Fabbrica Creativa e diretto da Rino Della Corte.
Oltre alla riapertura di questo spazio culturale il progetto “Apriamo il Sipario”, realizzato dalla stessa associazione in collaborazione con il Comune di Santa Maria Capua Vetere e con il Ministero di Giustizia Dipartimento per la Giustizia Minorile, prevede laboratori di cinema, teatro, fotografia e comunicazione per le scuole di ogni ordine e grado e soprattutto per i ragazzi maggiormente a rischio.

Roberto Solofria e Sergio Del Prete saranno i protagonisti dello spettacolo “Chiromantica ode telefonica agli abbandonati amori”, che verrà proposto sabato 2 dicembre alle 21.00 e domenica 3 dicembre alle 18.00.

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Si tratta di uno spettacolo molto particolare che affronta un tema delicato come l’amore dal punto di vista di anime abbandonate, emarginate, che attendono risposte dalle persone che amano. In una camera da letto napoletana, luogo di segreti e verità scomode, si vanno ad incrociare, dando vita ad una nuova e difficile storia, le 6 opere di livello assoluto a cui si ispira “Chiromantica ode telefonica agli abbandonati amori”: ci riferiamo nello specifico a “Ragazze sole con qualche esperienza” di Enzo Moscato, “Scende giù per Toledo” di Giuseppe Patroni Griffi, “Le cinque rose di Jennifer” di Annibale Ruccello, “Streghe da Marciapiede” di Francesco Silvestri e ad altri due spettacoli di Enzo Moscato, “Schiume” e “Occhi gettati”. Tutte queste opere hanno in comune una caratteristica, quella di creare e raccontare personaggi che superano il limite della sessualità “normale”: è il frutto della capacità, da parte di tutti gli autori citati, di assorbire i problemi sociali della Napoli degli anni 80’ e di portarli a teatro, dando vita a figure di prostitute e travestiti che riescono ancora ad innamorarsi nonostante i problemi sociali e personali da cui sono afflitti.
In questo modo si riesce a scavare nell’intimità dell’animo umano e a riflettere sulle storie narrate e sui loro protagonisti.