L’anno scolastico è iniziato, con tante aspettative da parte degli alunni, (anche se per molti l’estate doveva durare qualche mese in più…). In questo nuovo appuntamento con la poesia, voglio augurare a tutto il corpo docenti un buon anno scolastico, dedicando loro la poesia di un insigne scrittore, dimenticato dalla maggior parte della popolazione colta: sto parlando di Edmondo De Amicis, che, per chi non lo sapesse, è l’autore di un famosissimo testo, Cuore, un diario di un alunno delle scuole elementari. Nel 1882 apparvero le sue poesie, tra cui questa che conosceremo insieme oggi, intitolata, appunto, La maestra.
Edmondo De Amicis, questo scrittore quasi sconosciuto….
Edmondo De Amicis, ligure, nato ad Oneglia nel 1846 e morto a Bordighera nel 1908, non era un insegnante o uno scrittore, bensì un ufficiale di fanteria. Egli partecipò alla Terza Guerra d’Indipendenza e successivamente entrò nel reparto di assistenza ai malati di colera nel 1867.
Quell’anno segnò anche l’inizio di una nuova esperienza per il De Amicis: diresse, infatti, il giornale fiorentino L’Italia Militare, pubblicato dalla Ministero della Guerra, in cui inserì degli articoli, raccolti successivamente in un volume.
Aderì,politicamente, al socialismo, non da membro attivo ma lo pubblicizzò attraverso degli scritti, che si possono suddividere in pubblicazioni inerenti testi di propaganda, conferenze ed articoli, usciti su Il grido del popolo.
Un’altra svolta nella sua vita fu la convocazione da parte del Ministro dell’Istruzione, Orlando, affinché facesse parte del Consiglio Superiore dell’Istruzione ed entrasse come membro dell’Accademia della Crusca, un ente culturale, esistente ancora oggi, che si interessa della storia e dell’evoluzione lingua italiana.
La produzione del De Amicis è vastissima: comprende novelle, eventi storici (Ricordi dal 1870-1), testi odoporetici, poetici, critici (sulla Letteratura Francese) e letterari (Cuore, Il romanzo di un maestro, Fra scuola e casa).
La maestra, una poesia molto attuale
La maggior parte dei componimenti poetici del De Amicis apparvero nel volume Poesie, più volte edito, in cui sono trattati temi inerenti il ricordo delle sue esperienze militari, lavorative, i rapporti personali con i familiari ed altre tematiche legate alla sua vita. Ecco il testo della poesia:
La maestra
Apri la tua bell’anima innocente,
bimbo, a costei che di tua madre ha il cuore,
e rendile in amore
la luce che ella fa nella tua mente.
Amala tu, per chi le affaticate
veglie ripaga di villano oblio;
amala, figlio mio,
pei bimbi tristi e per le madri ingrate.
Amala; e allor che dei suoi occhi il raggio
tremola stanco e le s’imbianca il viso,
tu, col più dolce riso
degli azzurri occhi tuoi, falle coraggio.
Il destinatario è un bimbo (v. 2), che, secondo un procedimento diremmo speculare, ha un ruolo importante quasi pari a quello della maestra, una figura materna, secondo la descrizione del poeta (a costei che di tua madre ha il cuore v. 2).
Questa caratteristica di associare la maestra ad una seconda madre, capace di far svanire le difficoltà che i piccolini possono riscontrare nei giorni di frequenza, è ancora presente nella scuola materna ed elementare.Oltre questa bellissima immagine, l’insegnante ha il compito di portare sapienza, conoscenza e certezza nella vita intellettiva dell’alunno (la luce che ella fa nella tua mente v. 4)ma a patto che il bambino si apra all’istruzione e si fidi della docente (apri la tua bell’anima innocente v. 1).
Il termine anima (v. 1), molto ricercato e sottile,potrebbe in qualche modo disorientarci, perché riteniamo che la cultura stimoli maggiormente la mente; in realtà, in quel periodo storico si voleva formare il popolo italiano e per rendere reale questo ideale c’era bisogno dell’educazione morale,civile e culturale inculcata già dai primi anni di vita. Il lemma indica ciò che ci permette di elevarci e distinguerci dalle bestie, grazie anche ai sentimenti ed al senso civico-morale,elementi essenziali per la creazione di una civiltà. Inoltre lo stesso termine è di ambito religioso, in quanto, secondo la dottrina cristiana, è l’anima che accoglie Dio sin dalla nostra nascita e con Lui si unirà nel giorno in cui ci chiamerà, evidenziando, quindi, anche l’importanza del Cristianesimo nella formazione dell’individuo.
Dalla poesia si evince anche l’immagine della docente, che come quelle di oggi, è costrette a vivere non solo per il lavoro ma anche per la famiglia, aumentando il livello di stress della donna. Non so cosa stesse affrontando questa maestra interiormente ma che avesse un disagio ci è descritto ai vv. 9-10 (e allor che dei suoi occhi il raggio/tremola stanco e le s’imbianca il viso): questo malessere era forse dovuto a stanchezza o all’impegno istituzionale di educare dei bambini, che, indubbiamente, avevano molti più disagi familiari di oggi; questi versi indicano, infatti, lo sfinimento e la tensione proprio di questo lavoro, come tutt’ora avviene. Una spia delle delusioni o dei problemi che la docente dovette affrontare ci è descritta da alcune situazioni che le accaddero sul posto di lavoro, come l’irriconoscenza per il suo ruolo educativo (per chi le affaticate veglie ripaga di villano oblio vv. 5-6) e i rapporti non idilliaci con le famiglie, che spesso non seguivano i propri figli a casa, per cui lei suppliva a questa carenza, rispecchiando l’immagine della maestra-madre (pei bimbi tristi e per le madri ingrate v. 8)
Infine,l’alunno, il bimbo, che ha un ruolo, come abbiamo detto all’inizio, speculare, in quanto ha il dovere/compito di amarla, verbo che ritorna spesso nella poesia, nonché sostenerla (falle coraggio v. 12).Questo perché, diciamolo pure, non si diventerà mai un buon insegnante se non si entra in simbiosi con gli alunni, che sono i primi giudici e sostenitori di un corpo docente che può rendere illustre la scuola italiana.
Alla prossima…