Cristoforo Colombo, un navigatore discusso. Domani si ricorda la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo. Questa celebrazione viene festeggiata nei paesi latino-americani, sebbene con denominazioni diverse; in Italia c’è la Giornata Nazionale di Cristoforo Colombo. In America centrale, a volere questa festa fu inizialmente il popolo di emigranti italiani, nella seconda metà dell’Ottocento, ma solo nel secolo successivo fu solennizzata grazie ai Cavalieri di Colombo, un’associazione cattolica americana con finalità caritative e di sviluppo economico-culturale. Nell’America Latina, invece, questi giorni vogliono ricordare l’incontro tra indigeni ed europei, che ha permesso la nascita di una nuova razza.
Ora mi domando: quali sono i sentimenti che accompagnano questo giorno nella realtà contemporanea? Grazie ad una rilettura completa ed attenta della documentazione storica, possiamo schematizzare in questo modo: per la storiografia cattolica, Cristoforo Colombo è considerato al pari di un santo che è riuscito a cristianizzare dei popoli che vivevano ancora allo stato brado; per la corrente di pensiero laica, il genovese è un semplice uomo di mare, ignorante, arrivista, imbroglione e schiavista. Basta pensare al fatto che egli non accettò mai di aver scoperto un nuovo continente ma riteneva, invece, di essere giunto in una zona ancora inesplorata del continente indiano, non approvando neanche la denominazione di America, scelta da Amerigo Vespucci.
Un suo merito, però, è l’essere associato al passaggio dalla Storia Medievale alla Storia Moderna, in quanto era riuscito a dimostrare che l’ecumene non finiva con le colonne d’Ercole, secondo quanto dichiaravano ancora gli storici, i filosofi ed i geografi del suo tempo, in base alle testimonianze greco-latine. Egli, grazie all’esperienza diretta, riuscì a dimostrare che oltre lo Stretto di Gibilterra non c’era il nulla, bensì la vita.
Colombo era figlio di un’epoca dove era ormai inglobata nella società la schiavitù; egli non considerò mai gli Indios esseri umani, permettendo un sistema schiavistico durissimo, tanto da essere disapprovato perfino dai reali portoghesi; inoltre, ritenendosi simile ad un crociato, spazzava via tutto ciò che riteneva pagano, creando gruppi di armati che in seguito conosceremo come conquistadores; controverso crociato, in realtà, perché si oppose alle cristianizzazioni di massa: i cristiani non potevano essere ridotti in schiavitù e pertanto Colombo, da schiavista, non voleva perdere in toto la sua merce.
In conclusione, il navigatore genovese è figlio di un’epoca, non della realtà contemporanea dove il rispetto di qualsiasi persona, di razza e di cultura diversa, è sancito da norme istituzionali mondiali. Eppure questo non viene compreso e mai come negli ultimi anni Colombo è diventato l’emblema di ciò che non si vuole più del passato… ed ecco, quindi, spiegato perchè le sue statue sparse per le Americhe vengono smantellate o deturpate….atto che ci ricorda tanto la distruzione di monumenti archeologici da parte dell’Isis.
Pablo Neruda e la damnatio memoriae della conquista colombiana
Per secoli, lo scopritore delle Americhe fu molto elogiato, anche in Italia, come grande espressione di una nazione capace di grandi scoperte, eppure, ultimamente, nella poesia, viene risaltata la violenza della conquista, come ci dimostra Pablo Neruda nel Vienen por lasislas (1943) (Vengono per le isole), inserito nella parte del Canto General (Canto Generale), del 1950, intitolata Los Conquistadores (I conquistatori).
Vienen por lasislas (1493)
I macellai hanno devastato le isole.
Guanahani fu la prima
in questa storia di martirio.
I figli dell’argilla hanno visto spezzato
il loro sorriso, picchiata
la loro esile statura di daino
e ancora durante la morte non capivano.
Erano legati e feriti,
furono bruciati ed arsi,
sono stati morsi e sono stati sepolti.
E quando il tempo ha dato il suo giro di valzer,
ballando tra le palme,
la stanza (l’isola intesa come luogo abitato) verde era vuota.
Erano rimaste solo ossa,
posizionate rigidamente,
a forma di croce,
per la futura gloria di Dio e
degli uomini.
Dalle grandi spiagge
e dalle barriere coralline di Sotavento
anche i grappoli di corallo
ha tagliato il coltello di Narvaez (esploratore spagnolo).
Qui la croce, qui il rosario,
qui la Vergine della Garrote (strumento di tortura).
La perla di Colombo, Cuba fosforica,
ha ricevuto lo stendardo e le ginocchia
nella sua arena bagnata.
Riguardo, quindi, a questo episodio storico di grande importanza a livello mondiale, possiamo affermare come abbia ragione l’enunciato…
Ai posteri l’ardua sentenza…