Confesercenti Caserta, a rischio 6,4 miliardi di euro di consumi. “Servono interventi su credito e bollette”

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Salvatore Petrella Presidente Confesercenti Caserta, Omicron e aumenti dei costi energetici riportano la ripresa indietro di sei mesi

Omicron e corsa delle bollette portano indietro di sei mesi le lancette della ripresa. Il nuovo rallentamento innescato dalla quarta ondata e dall’aumento dei prezzi dei beni energetici potrebbe mettere a rischio, nel solo primo trimestre del 2022, circa 6,4 miliardi di euro di spesa: una stangata che riprecipiterebbe i consumi ai livelli del secondo trimestre dello scorso anno, cancellando di fatto tutta la ripresa maturata nella seconda parte del 2021 e spostando dalla fine del 2023 all’inizio del 2024 il recupero dei livelli pre-pandemici.

E’ la dichiarazione di Salvatore Petrella presidente provinciale di Confesercenti Caserta.

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A mettere a rischio i consumi è in primo luogo il combinato disposto dell’aumento dello smartworking e della frenata del turismo, che potrebbe portare a 3,1 miliardi di euro di minori introiti nel trimestre per la mancanza dei viaggiatori stranieri e per i mancati consumi dei lavoratori nei pubblici esercizi. Un colpo che potrebbe mettere a rischio nel turismo e nella somministrazione 35mila attività e 200mila lavoratori.

Ma l’effetto della quarta ondata si sente anche nel mercato domestico: 1,7 miliardi di euro di consumi in meno nel trimestre sarebbero causati, infatti, dalle restrizioni amministrative e dall’aumento dello smartworking, ma anche direttamente dall’incremento dei malati, delle quarantene e delle persone in isolamento.

Un ‘lockdown selettivo’ che riguarda attualmente 2,2 milioni di persone e che ha come conseguenza anche la riduzione delle ore lavorate, con un forte impatto sull’organizzazione delle imprese: molte – soprattutto tra quelle meno strutturate – sono costretti a rimanere chiuse o ad orario ridotto per assenza di personale. Ma pesano anche il clima di incertezza e la paura del virus, che potrebbero far mancare altri 600 milioni di euro di consumi in tre mesi, e la corsa di carburanti, gas ed energia elettrica, che potrebbe costare un miliardo di euro nello stesso periodo.

“Il rallentamento innescato da questa nuova ondata pandemica sta modificando la traiettoria della ripresa, mettendo a rischio il recupero faticosamente conquistato negli ultimi sei mesi dello scorso anno. Le piccole e medie imprese del commercio, della ristorazione e del turismo che sono tornate drammaticamente a soffrire. È una nuova emergenza – spiega Petrella – che richiede un intervento: a partire dal rinnovo delle moratorie sul credito e dal rinnovo degli ammortizzatori Covid per i dipendenti delle attività colpite”.

Il 12/01/2022 16:04 Confesercenti Provinciale di Caserta <confeserce@virgilio.it> ha scritto: Confesercenti, Salvatore Petrella tuona “Omicron affonda Commercio e Turismo”

Prospettive radicalmente mutate nell’ultimo mese: negozi e pubblici esercizi vuoti, migliaia di alberghi chiusi per mancanza di turisti. “Lockdown di fatto, prorogare sostegni a imprese a partire da lavoro e DL Liquidità”

“Nell’ultimo mese, le prospettive delle imprese del turismo, del commercio e dei pubblici esercizi sono radicalmente mutate. E se l’autunno era stato caratterizzato da una graduale ripresa, anche se lenta e faticosa, l’arrivo dell’inverno ha purtroppo segnato una netta inversione di tendenza negativa: tra paura, smartworking e restrizioni, l’aumento dei contagi ha portato ad un ‘lockdown di fatto’, anche se mai dichiarato, che ha affondato i fatturati delle attività dei tre settori. A lanciare l’allarme è Salvatore Petrella presidente provinciale di Confesercenti Caserta.

La paura frena la spesa delle famiglie. Il riacutizzarsi della pandemia ha avuto un impatto generalizzato sulle modalità di consumo degli italiani. A farne le spese sono soprattutto pubblici esercizi, commercio e turismo: il 51% dei consumatori dichiara di evitare di servirsi di bar o ristoranti, o comunque di aver ridotto la frequentazione di pubblici esercizi e locali. Il 32% – un italiano su tre – ha invece rinunciato a fare un viaggio o ha disdetto una vacanza già prenotata.

Una quota identica – sempre il 32% – ha evitato o ridotto gli acquisti nei negozi per timore degli assembramenti. Lo conferma anche l’andamento dei saldi di fine stagione appena partiti: le vendite hanno rallentato fino quasi allo stop, e calcoliamo che già circa un milione di clienti abbia rinunciato a fare shopping per paura dei contagi. E anche chi lo fa lo stesso adotta comportamenti più prudenti: il 25% non entra nei negozi se vede troppe persone, e preferisce fare la fila fuori dai punti vendita.

Smart working e pubblici esercizi. L’aumento dei contagi ha portato le imprese del settore privato ad aumentare nuovamente il numero di dipendenti in smart working: secondo un sondaggio condotto da Ipsos per Confesercenti, il 48% dei dipendenti del settore privato è già in smartworking o prevede di tornarci a breve. Una quota pari a circa 5,5 milioni di lavoratori – di cui un milione (il 15%) per la prima volta. Uno “stay-at-home” di massa che avrà un forte impatto sui pubblici esercizi nei centri città e nei quartieri di uffici, da noi stimato in 850 milioni di euro al mese di minori consumi.

Turismo ed eventi. L’impatto negativo dello stop ai viaggi è avvertito da tutti i comparti del turismo e degli eventi, dalle agenzie di viaggio – ferme ormai da quasi due anni – ai trasporti turistici, passando per guide e accompagnatori. Nell’ultimo mese, però, è tornato in crisi anche il comparto ricettivo, in particolare nelle grandi città d’interesse storico-artistico: a Roma è rimasto chiuso, per assenza di turisti, un albergo su tre.

E anche chi è aperto è di fatto vuoto, con un tasso di occupazione medio inferiore al 30% delle camere. A Bologna il tasso di occupazione medio è al 25%, la perdita di fatturato tra il 70 e l’80%, e si prevede un’ulteriore riduzione a causa delle continue cancellazioni di congressi e meeting. Una situazione di difficoltà condivisa anche dalle altre mete turistiche, cui si aggiunge l’aumento dei costi delle imprese, dovuti alla corsa delle tariffe energetiche: per gli alberghi, attività ovviamente energivore, i costi sono triplicati.

“Il quadro previsionale che era stato previsto con la Legge di Bilancio si è radicalmente modificato: l’aumento dei contagi ha creato un clima di sfiducia che sta frenando i consumi delle famiglie”, commenta Confesercenti.

“Un problema soprattutto per le piccole e piccolissime imprese italiane del turismo, della ristorazione, del commercio e dei servizi. Così si rischia di mettere la parola fine alla ripresa: in questo quadro non basta ‘non escludere’ l’ipotesi di nuovi sostegni, bisogna intervenire al più presto, con misure adeguate a tutelare l’attività ed il lavoro delle imprese colpite, a partire dalla proroga degli ammortizzatori sociali COVID e dell’esenzione del pagamento del canone unico per le attività commerciali almeno fino al 30 giugno 2022.

Ma occorre dare continuità anche alle misure per il credito previste dal DL Liquidità, che ha messo a disposizione delle imprese circa 169 miliardi di euro di finanziamenti. Il Consiglio dei ministri agisca subito, – conclude Petrella- il clima di incertezza richiede interventi congrui e urgenti”.

Il 03/01/2022 14:46 Confesercenti Provinciale di Caserta <confeserce@virgilio.it> ha scritto: Confesercenti Caserta, saldi invernali al via il 5 Gennaio 2022.

Il 5 gennaio 2022 prenderanno il via in tutta la Regione Campania e, quindi anche a Caserta, i saldi invernali 2022, primo grande appuntamento commerciale dell’anno, in avvio proprio nella fase di rallentamento generata dalla nuova ondata di contagi a causa della variante Omicron.

Quattro casertani su dieci (il 39%) hanno già programmato di approfittare dei saldi per acquistare uno o più prodotti, per un budget medio previsto di 150 euro a persona. È quanto emerge dall’indagine previsionale sui saldi condotta da Confesercenti su un campione di consumatori.

“Purtroppo, si tratta di numeri ancora lontani da quelli pre-crisi: in occasione dei saldi invernali del gennaio 2020, si diceva interessato all’evento il 48% degli italiani. – commenta Gennaro Ricciardi, direttore provinciale della Confesercenti di Caserta – Sul risultato pesa l’ombra di omicron e l’impatto negativo che sta avendo sulla fiducia delle famiglie, l’aumento dei contagi delle ultime settimane ha sconvolto non poco i programmi.

Ma incide anche la concorrenza all’evento saldi da parte della bulimia di promozioni prenatalizie e natalizie cui sono stati sottoposti i consumatori, a partire proprio da un Black Friday particolarmente ‘ravvicinato, a meno di un mese dal Natale. Si rafforza invece la tendenza all’acquisto di impulso: cresce rispetto al 2020 dal 41 al 46% la quota di consumatori che deciderà se acquistare prodotti in saldo sul momento, in base alle offerte”.

La Spesa prevista è di 150 euro a consumatore. La media di 150 euro nasconde una spesa media fortemente polarizzata: il 47% acquisterà per meno di 100 euro, mentre il 43% spenderà tra il 100 ed i 300. Solo il 6% ha previsto una spesa tra i 300 ed i 500 euro, mentre il 4% più di 500 euro.

“Nonostante la crescente concorrenza del web, i saldi rimangono un evento legato soprattutto ai negozi fisici: il 31% degli acquisti dei saldi avverrà infatti in una grande catena o presso negozi brandizzati, seguiti da vicino dai negozi indipendenti, cui si rivolgeranno il 26% dei clienti. Il 22% sceglierà infine un outlet, mentre il 23%, invece, cercherà l’affare scontato sul web, oltre il 5% in più dello scorso anno e l’8% rispetto al periodo prepandemico.

Quest’anno, – conclude Ricciardi – in cima ai desideri dei consumatori ci sono le scarpe: è la spesa prevista dal 47% di chi ha già deciso di comprare. Seguono prodotti di maglieria (45%), capispalla (27%), capi di camiceria (26%), magliette e intimo (entrambi al 22%). Ma c’è anche un 15% in cerca di borse ed un 12% di altri accessori, dalle sciarpe alle cinture”.