Fra i non vaccinati il rischio di morire dopo aver contratto il virus è nove volte più alto di coloro che si sono protetti

Fra i non vaccinati il rischio di morire dopo aver contratto il virus è nove volte più alto di coloro che si sono protetti
SANCARLO50-700
SANCARLO50-700
previous arrow
next arrow

Che sul fronte Covid-19 i non vaccinati corrano molti più rischi dei vaccinati non è più una notizia. Ma gli ultimi numeri diffusi ieri dall’Istituto superiore di sanità (Iss) hanno il pregio di quantificare la differente protezione fra i due status aggiornandola con l’effetto quarta ondata.

Il nuovo dato più rilevante è questo: fra i non vaccinati il rischio di morire dopo aver contratto il virus è nove volte più alto di coloro che si sono protetti. I nuovi dati del Report Iss evidenziano infatti che il tasso di decesso dei non vaccinati (65 per 100.000) è circa nove volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro sei mesi (7 decessi ogni 100.000 protetti) e sei volte più alto rispetto ai vaccinati da oltre sei mesi (11 morti per 100.000).

simplyweb2023
simplyweb2023
previous arrow
next arrow

Inoltre, nell’ultimo mese il 64% dei ricoveri in terapia intensiva ha coinvolto coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino anti-Covid. Il che è una dato clamorosamente alto se si pensa che la popolazione italiana non protetta è appena il 24% del totale neonati compresi. L’Istituto superiore ha evidenziato anche il calo di efficacia degli immunizzanti dopo sei mesi: la protezione determinata dal farmaco per i vaccinati da più di 6 mesi cala dal 95% all’82%, afferma l’Iss, sottolineando che «dopo 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale si osserva una forte diminuzione dell’efficacia vaccinale nel prevenire le diagnosi in corrispondenza di tutte le fasce di età».

Nessuno però, al momento, può dire se la terza dose basterà: «Forse le tre dosi possono essere il ciclo che immunizza per un tempo lungo, o potranno servire dei richiami, l’acquisizione delle evidenze scientifiche sulla copertura è in corso», ha spiegato il presidente Iss, precisando anche che la nuova pillola anti-Covid che a breve arriverà in Italia «non è uno strumento alternativo al vaccino: sono due logiche diverse e complementari».

Fonte: https://www.ilmessaggero.it/