La Rassegna di vini di Galluccio e Terra di Lavoro si è svolta nei giorni di 16, 17 e 18 settembre presso il Palazzo Mattia Seccareccia di Galluccio, attualmente sede anche dell’interessante Museo interattivo “Natura viva” a cura, tra l’altro, del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università Federico II di Napoli. La rassegna si è svolta nell’ambito della 46esima Sagra dell’Uva.
Indirizzata agli esperti del settore e promossa dall’Amministrazione Comunale di Galluccio, la Masterclass di sabato 17 settembre, dedicata all’Aversa Doc e al Falerno del Massico Doc, è stata tenuta dai sommelier Carlo Sarrantonio (referente Falerno del Massico) e Giuliana Biscardi (vice delegato), è moderata della giornalista Antonella Amodio.
Presenti in sala sommelier, appassionati del settore e neofiti, gli invitati all’evento hanno potuto conoscere ed approfondire, grazie agli esperti, una realtà presente sul nostro territorio unica e pregiata, molto apprezzata e con secoli di storia, a partire dagli antichi Romani (II sec. A.C.).
Durante la Masterclass la degustazione guidata è stata alternata a momenti di descrizione ed osservazione di dati ed immagini di terreni e coltivazione di uve particolarmente pregiate perché coltivate in zone favorevoli e mitigate. Galluccio Doc, Roccamonfina IGT, Falerno del Massico Doc, Aversa Asprinio Doc, Terre del Volturno IGT hanno incontrato il palato dei numerosi presenti ed indotto alla rievocazione di odori e sapori caratterizzanti il nostro territorio, cioè Campania Felix.
I primi sei vini degustati (bianchi) si sono distinti per il diverso colore, il sapore agrumato e le bollicine persistenti (ove il vino si presentava sotto forma di Asprinio Spumante), mentre un sapore più salino ove il vino si presentava fermo; molto deciso oppure profumato e delicato se Falanghina. I tre vini rossi, invece si sono distinti per l’alta gradazione, la notevole strutturazione e l’intenso profumo.
Dopo il primo sorso la bontà del calice si espande e dà suggestioni antiche e nuove al tempo stesso; ricordiamo che la caratteristica dell’Asprinio è la coltivazione ad alberata e cioè sui pioppi (oggigiorno meno usata ma ancora in auge), dove i viticoltori utilizzano scale a pioli appositamente costruite in base alla loro altezza, mentre i vitigni Falerno del Massico nascevano già nell’antica Roma: infatti ritrovamenti di anfore con un sigillo inciso su di un lato ne dimostravano la provenienza.
Il programma della rassegna, articolata in tre giorni, ha previsto dopo la degustazione uno “show cooking” a cura degli chef Mario Milo, Antonio Oliva ed Arcangelo Dandini (rispettivamente uno per serata), con proposte innovative ed accattivanti dal punto di vista sia visivo che gustativo.
A chiudere, degustazione di prodotti locali dop quali mozzarella, formaggi e salame antico ed un piacevole assaggio di gelateria artigianale nei gusti rivisitati del pistacchio, ricotta e miele con noci, tè nero con cristalli di sale ed olio di oliva.
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I nostri complimenti all’organizzazione ed all’intraprendenza dei giovani chef.