Domenica prossima a San Leucio ci sarà l’inaugurazione del monumento dedicato a Re Ferdinando IV, realizzato dal Comune nell’ambito dei lavori per la bretella stradale. L’evento era in programma da tempo, quindi non si tratta di una novità: sono due anni che si parla di questa “dedica” al sovrano borbonico. Tuttavia, l’annuncio ufficiale di oggi ha innescato pareri contrastanti.
La protesta: “Assurdo che nell’Italia repubblicana si onori un sovrano assoluto, feduale e nemico dell’Unità nazionale“. Per lo storico Aurelio Musi invece l’iniziativa “è meritoria, celebra la fase riformatrice più illuminata del sovrano”. Ma l’Istituto per la storia del Risorgimento Italiano di Caserta non ci sta a celebrare un Borbone e parla di “iniziativa inopportuna”.
Una statua che celebra Ferdinando IV che con il suo governo guardava agli operai non solo come mano d’opera, ma anche come una componente importante della comunità in cui vivevano, è già presente al Belvedere di San Leucio. Fu realizzata nel 1816 dallo scultore Tommaso Solari. Nell’opera realizzata 206 anni fa, re Ferdinando è rappresentato in tenuta cesariana.
“Tra le tante e inutile celebrazioni o mitizzazioni dei Borbone, questa idea di una statua a Ferdinando IV non è un’idea sbagliata – afferma lo storico Aurelio Musi – in realtà la pratica governativa e di regnante di Ferdinando IV, attraversa varie fasi. Sicuramente la fase in cui lui promuove la manifattura tessile di San Leucio è la fase riformatrice più illuminata. Qui Ferdinando IV riprende le straordinarie intuizioni progettuali del padre, Carlo III, e le mette in opera nei primi vent’anni del suo regno, dal 1759 fino agli anni ’70. Poi c’è una fase di ripiegamento che è generale, e investe anche l’illuminismo riformatore in mezza Europa. Fu dopo la rivoluzione francese del 1789, anche sotto l’influenza della moglie Maria Carolina, che emerge il Ferdinando IV reazionario. Ecco, questa è un’iniziativa che celebra quel periodo e non bisogna fare di tutta l’erba un fascio come quelli che coltivano il mito neo borbonico senza distinzione”.
Gli fa eco l’assessore alla Cultura Enzo Battarra: “Una statua all’aperto peraltro è anche un modo per liberare l’arte dai condizionamenti dei luoghi chiusi e portarla alla visione di tutti. Oggi le città si stanno dotando sempre di più di opere di public art, partendo dalle sculture fino ai graffiti, alle opere di street art. Credo che sia un bene che l’arte esca dai musei, dalle gallerie, dai luoghi chiusi e incontri per strada il pubblico, i visitatori e gli ammiratori”.
Nicola Terracciano, membro del direttivo e già presidente del Comitato di Caserta dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, e l’attuale presidente dell’Istituto, Anna Poerio Riverso, sono fermamente contrari a questa scelta: “È quanto meno inopportuno, per non dire offensivo che nella nostra Repubblica italiana una, indipendente, libera, democratica, laica, costituzionale, costata lacrime e sangue per raggiungerla e costruirla, si onori con una statua in luogo pubblico a San Leucio- Caserta Ferdinando IV di Borbone, un sovrano assoluto, feudale, clericale, antisemita, assassino della Repubblica Napoletana del 1799 e poi di nuovo assassino e fedifrago della Costituzione del 1820 e dei suoi promotori, nemico mortale, come i suoi successori della dinastia borbonica, dell’Unità e della Libertà d’Italia, alleato di ferro dei nemici più accaniti e negatori di essa, come l’Impero d’Austria e lo Stato della Chiesa. Aver creato San Leucio o la Reggia o altro non assolve Ferdinando IV, come tante opere pubbliche non assolvono gli zar, Stalin, Hitler o Mussolini.”
Leggi l’articolo completo di Raffaele Sardo pubblicato da Repubblica.it