“L’ambizione di Persefone” della Compagnia Teatrale “I Policandri”: la rappresentazione della rinascita attraverso la sofferenza

L'ambizione di Persefone
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Il mito greco di Persefone, la fanciulla rapita nell’oltretomba, simboleggia il mistero della vita e della natura che rifiorisce dopo la stagione invernale nel rigoglio della primavera e dell’estate. In molti luoghi del Mediterraneo, invece, viene invocata come “signora dell’oltretomba” o come “la pura”. Omero la chiama “veneranda e terribile”.

La pièce teatrale “L’ambizione di Persefone”, rappresentata al Piccolo Teatro CTS di Caserta dalla Compagnia Teatrale Contemporanea “I Policandri“, parafrasando il mito della figlia di Zeus rapita da Ade, ha creato un’atmosfera di seria riflessione e compenetrazione nei personaggi in scena. Testo e regia di Maurizio C. L. Vitale, in scena Simona SchieraGloria P. M. Alfano e Valentina D’Amico e Rosetta Iacona.

All’inizio colpisce il corpo nudo della protagonista, piegato su se stessa come una bambola rotta, le luci soffuse ed una voce narrante dietro al “muro”, un probabile ostacolo tra il presente ed il recente passato che aiuta a recuperare immagini e sentimenti di un “prima”.


Parole incisive e recitazione essenziale, scarna, fatta di gesti chiari e profondi, trasporta lo spettatore in una realtà che non è poi così lontana da esperienze probabilmente vissute, con il dolore e la sofferenza compagne di vita. La protagonista viene detersa da una governante come voler lenire il male che l’attanaglia, entra ed esce dalla scena come pezzi di memoria recuperata pian piano attraverso i ricordi: fotografie, racconti, musiche.

La necessità di sentire vivo il corpo fa desiderare l’amore, il bisogno erotico di risvegliare i sensi, perché “sentirsi vivi non è amare, ma provare dolore”, come avviene per la protagonista. La sofferenza per lei non è solo fisica ma anche psicologica: ricorda di aver perso due amiche con la sua stessa malattia, che ora la sta consumando, di non avere più i genitori e di non poter uscire per vivere una vita normale. Prigioniera della sofferenza e dei ricordi, insomma, con l’anelito di riprendersi il suo essere donna e continuare a sperare, ma con la consapevolezza ed il rimpianto di dover abbandonare qualsiasi sogno.

Molto pregnante l’interpretazione della protagonista che si lascia andare a danzare, sorride, si aggrappa alla vita, ma per poco, accudita da una prima governante severa e dolce al tempo stesso, ed una seconda accogliente e materna, interpretando simbolicamente l’alternarsi della stagione estiva con quella invernale. Efficace la voce narrante, importante filo conduttore per lo svolgimento della storia.

Un finale particolarmente forte conduce all’epilogo della pièce teatrale, dove ogni personaggio, con la sua parte, ha concorso alla buona riuscita dello spettacolo: un messaggio che lo stesso regista ha voluto lasciare “aperto” alle varie possibili interpretazioni, momenti di vita vissuta per qualcuno, oppure momenti e spunti di riflessione sui tempi che stiamo vivendo e che ci hanno sicuramente cambiato, soprattutto la recente pandemia.

L’ambizione di Persefone
Piccolo Teatro CTS di Caserta
domenica 26 marzo ore 19
Info e prenotazioni 330 713 278

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