L’importanza dell’educazione finanziaria nella scuola

L'importanza dell'educazione finanziaria nella scuola
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Il Consiglio dei Ministri, nei giorni scorsi, ha approvato il disegno di legge Competitività che prevede l’insegnamento dell’Educazione Finanziaria nell’ambito dell’Educazione Civica. Pertanto, così come si legge in una nota del Ministero dell’Istruzione e del Merito, in un’ottica interdisciplinare e trasversale, acquisiscono centralità nel percorso formativo la finanza, il risparmio e l’investimento, con l’obiettivo di rendere i ragazzi cittadini consapevoli, capaci di partecipare pienamente alla vita economica del Paese.

Con il provvedimento in questione, che ora dovrà passare al vaglio del Parlamento, il Governo ha inteso fornire una prima risposta alla crescente domanda di educazione finanziaria da parte degli italiani. Il “Rapporto Edufin 2022 – Educazione finanziaria: strumento di orientamento in tempo d’incertezza”, realizzato dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria in collaborazione con Doxa, ha evidenziato che tra il 2020 e il 2022, la quota di coloro che vorrebbero l’introduzione dell’educazione finanziaria nelle scuole (e non solo) è ulteriormente aumentata.

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E’ da dire che in Parlamento, sulla scorta di tale rapporto nonché delle molteplici indagini che da sempre hanno rilevato un basso livello di alfabetizzazione finanziaria degli italiani, erano già presenti proposte di legge di contenuto simile. La recente decisione dell’Esecutivo di inserire le tematiche finanziarie tra quelle previste dall’insegnamento trasversale di Educazione Civica – ormai obbligatorio nel curricolo delle scuole di ogni grado per un numero minimo di 33 ore annue – non può considerarsi la soluzione definitiva al problema della scarsa cultura economica che le statistiche ufficiali rimarcano, ma rappresenta di sicuro un primo passo importante verso il recupero del ritardo accumulato rispetto ai Paesi più virtuosi.

D’altra parte, non è certo un caso che le crisi degli ultimi anni abbiano avuto maggiori ripercussioni proprio sui soggetti privi di competenze finanziarie e delle basi necessarie per effettuare scelte ponderate e consapevoli. Le competenze economiche incidono sul benessere finanziario delle persone e sulla loro qualità di vita, contribuendo a ridurre i rischi e gli effetti negativi delle crisi.

Quotidianamente, ciascuno di noi compie operazioni più o meno rilevanti dal punto di vista economico; giusto per fare qualche esempio, dalle somme di denaro – anche esigue – utilizzate per gli acquisti giornalieri, alla richiesta di prestiti, alla pianificazione e all’ impiego dei propri risparmi nei più svariati strumenti finanziari presenti sul mercato. Si pensi anche alla digitalizzazione che ha cambiato profondamente le abitudini e il rapporto della gente con i soldi.

Non è difficile comprendere che la mancanza di concetti di base in tali materie è un serio impedimento alla gestione corretta ed efficace delle proprie risorse e alla comprensione dei complessi fenomeni e delle profonde incertezze che caratterizzano e dominano l’attuale quadro economico e sociale.

La Professoressa Annamaria Lusardi – direttore del Comitato ministeriale per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria – in un’intervista di qualche tempo ha dichiarato “L’alfabetizzazione finanziaria è oggi equivalente al saper leggere e scrivere di qualche decennio fa. Se siamo analfabeti non possiamo partecipare alla società”.

Questa affermazione, a mio giudizio, riassume pienamente la portata dell’iniziativa governativa di promuovere la cultura finanziaria attraverso la scuola. Intervenire sugli studenti con percorsi formativi specifici, anche se inizialmente nell’ambito del curricolo di educazione civica, è una scelta coraggiosa e lungimirante con un obiettivo ambizioso, ovvero quello di colmare il gap del nostro Paese nel confronto internazionale e, nel contempo, sfatare il pregiudizio culturale che troppo spesso ha impedito l’approfondimento nei luoghi opportuni dei temi legati alla gestione del denaro. Ora bisognerà attendere l’iter parlamentare e le linee guida che il MIM definirà d’intesa con Banca d’Italia e Consob, sottoscrivendo accordi nel rispetto dell’autonomia scolastica.

Prof. Giustino Castellano
Docente di scienze giuridiche ed economiche – Liceo Classico “P. Giannone” di Caserta
Educatore Finanziario iscritto al Registro AIEF (Associazione Italiana Educatori Finanziari)