Lo spettacolo dal titolo “Zi Fonzo” dell’attore e regista Pierluigi Tortora torna a Caserta proseguendo una lunghissima tournée in giro per l’Italia e non solo. Venerdì 23 Settembre l’artista casertano porterà la sua rappresentazione nella Parrocchia Nostra Signora di Lourdes – dove è attualmente Parroco don Antonello Giannotti – in via Kennedy, 42. L’inizio è previsto per le ore 19:45.
Lo spettacolo di cui Tortora è autore, regista ed interprete, racconta la figura del sacerdote salesiano Don Alfonso Alfano, soprannominato appunto “Zi Fonzo”, molto amato dai casertani per aver svolto per lunghi anni la sua missione di educatore presso i Salesiani di Caserta.
Artista caratterizzato da una particolare predilezione per le tematiche religiose, Tortora ha fatto registrare un grande successo in tutti i teatri italiani in cui ha portato il testo “Zi Fonzo”, specie nei luoghi dove Don Alfonso Alfano ha vissuto ed operato.
L’esibizione nel maggio 2021 presso il Teatro Don Bosco – all’interno dell’Istituto Salesiano di Caserta, proprio le mura tra le quali sono svolti i fatti raccontati – è stata salutata dal pubblico con calore e commozione. Dopo oltre un anno, finalmente una nuova occasione per il pubblico casertano di ammirare lo spettacolo ispirato a Don Alfonso Alfano.
Sul palco Tortora veste i panni dell’amato Zi Fonzo e racconta in prima persona i momenti esaltanti, quelli difficili, anche quelli divertenti della missione di Don Alfano in un monologo di circa un’ora che rimane sempre scorrevole.
Lo spettacolo risulta interessante, emozionante, finanche commovente anche per chi non ha conosciuto la persona di Don Alfano e lo stesso Pierluigi Tortora spiega il perché: “Zi Fonzo rappresenta un po’ un esempio di sacerdote, di salesiano e soprattutto di essere umano”.
Com’è venuta l’idea di scrivere uno spettacolo su Don Alfano?
Da quando l’ho conosciuto non l’ho mai lasciato ed ho preso tanto umanamente da lui. Quando, il giorno del suo funerale, vidi quelle scarpe rotte, vecchie… pensai che dovevo scrivere la sua storia per poterla portare a più persone possibile.
Cosa hanno significato i Salesiani e Don Alfonso Alfano nella vita di Caserta?
Tanto! Lo dico per me stesso e per tante altre persone che nomino nello spettacolo. Se non fosse stato per l’oratorio io non avrei conosciuto il teatro. Così è stato anche, ad esempio, per Toni Servillo. Anche per Fausto Mesolella o Nando Santonastaso e Mimmo Mingione nel giornalismo. E poi tanti medici, magistrati ed anche tante persone semplici che con la loro condotta onorano ciò che fanno.
Perché proprio Don Alfano tra tanti Salesiani?
Intanto perché io ho conosciuto Don Alfano. Si potrebbe raccontare anche di Don Bosco. Ma Don Alfano perché è un uomo del Sud, che ha girato il mondo partendo da un piccolo paese, ha costruito, ha ricostruito dopo che avevano distrutto ciò che lui aveva fatto, insomma un uomo forte.
In questo mondo così secolarizzato e pieno di altre proposte, in questa città di Caserta così piena di altre realtà, quale utilità hanno e cosa rappresentano oggi i Salesiani?
Sì, certo, oggi più che mai! Se fanno i Salesiani, servono ancora. Se fanno ancora Don Bosco, se fanno ancora Zi Fonzo, allora sì!