Quando l’uomo non conosceva la scienza divinizzava tutto ciò che lo circondava. Ogni albero, ogni fonte d’acqua, ruscello, fiume, lago che sia era tutelato, perché erano abitati da Ninfe, le divinità cosiddette ecologiche, mentre i fiori di tutte le specie erano raccolti solo per rendere grazie alla divinità.
I problemi ambientali, in realtà, nonostante il quadro idilliaco che ho appena dato, sono iniziati proprio durante l’antichità. Infatti, da scavi archeologici, sappiamo che gli antichi per poter costruire le loro flotte navali distruggevano interi boschi; per poter illuminare la casa usavano utilizzare un focolare, il cui fumo oscurava le stanze e faceva tossire, come ci informano gli scrittori antichi.
Nei poeti romani spesso si fa riferimento alla distruzione ambientale, specialmente in età imperiale, per ricavare i minerali e le pietre preziose: grandi monumenti ed opulenza era il fine di tutto ciò. Il problema dei rifiuti era all’ordine del giorno: le strade erano sporche e la spazzatura spesso lasciata per strada in quanto non c’era l’idea della geniale raccolta differenziata, che, per chi non lo sapesse, ha permesso una maggiore oculatezza nel non inquinare; la peste, ad esempio, di cui ci parla Tucidide o anche altre malattie che colpirono durante i secoli erano dovuti proprio a problemi ambientali.
L’attività estrattiva, che ci viene descritta da Plinio il Vecchio ed altri autori, già creava dissesti idrogeologici. Seneca, nelle Lettere a Lucillio, fa spesso riferimento all’inquinamento, tanto che viene visto come il primo ambientalista romano. Gli epigrammisti, Marziale e Giovenale, ci illuminano riguardo alla sporcizia ed al rumore (inquinamento acustico) che affliggeva Roma.
Nel 1995 c’è stato un importante convegno sull’inquinamento nell’antichità, organizzato dal Dipartimento di Medicina Sperimentale e Patologia dell’Università di Roma La Sapienza, dove, attraverso la paleopatologia, si potuto dimostrare che le malattie antiche erano dovute agli oli ed ai combustibili per le lucerne e per i camini; agli agenti chimici coloranti per le statue, le pareti ed altro; al piombo delle tubature idriche, dei vasi per il vino e all’attività siderurgica.
Il colpo di grazia, iniziato con l’antichità, è continuato con la rivoluzione scientifica. Infatti, nonostante il progresso, che lungi da me condannare, che ci ha notevolmente migliorato la vita, in tutti i settori, dando anche la possibilità di uno stile di vita più igienico, si iniziano a studiare le prime malattie bronchiali e si comincia a far defluire nei fiumi le scorie industriali.
Da lì un crescendo di inquinamento che va pari passo, ripeto, con un miglioramento sanitario ed igienico fino ai giorni nostri: nascono i primi medicinali, i disinfettanti, i prodotti per l’igiene intima, per la pulizia della casa.
Eppure la cronaca ci continua a dire che qualcosa non va…..Spesso ci siamo spaventati a morte con la Mucca Pazza, la Sars, l’Avaria, spesso legati indubbiamente a cause interne agli animali ma con tanto di responsabilità umana! Ancora si muore a causa di malattie bronchiali dovute allo smog! Oltre i problemi sanitari, di cui ho appena accennato, ci sono altri gravi indizi di inquinamento…innanzitutto il disboscamento, che causa l’aridità del terreno e l’impossibilità di frenare frane e smottamenti (pensiamo alla martoriata Foresta Amazzonica, altro emblema dimenticato!!!); l’inquinamento delle acque, laghi, fiumi e ruscelli, dove è stato studiato che l’immissione di elementi chimici ha in qualche modo modificato addirittura l’aspetto degli esseri viventi (ricordiamo i vari disastri petrolifici, anche italiani, come quello di Genova nel 1991 o le isole di rifiuti negli Oceani); la caccia e la pesca smoderata, per cui l’UE cerca almeno non dico di arrestare ma di attenuare la scomparsa di specie che non riescono a riprodursi; le alluvioni, che principalmente sono originate dalla mancanza di sbocco delle acque, già ingrossate dalle piogge, inondando tutto (come quella di Benevento nel 2015 per indicare una delle più recenti); il forse dimenticato problema del buco dell’ozono che, se ci fate caso, non viene più menzionato e si sente parlare sempre e solo di riscaldamento globale, che ne è un effetto; l’inquinamento acustico, specialmente delle grandi metropoli e degli aeroporti, spesso sottovalutato; l’inquinamento domestico, che è anche semisconosciuto, dovuto alle emissioni nocive degli strumenti elettrici, alla struttura stessa degli impianti abitativi ed ad altre cause.
Oggi, grazie ad una differente sensibilità umana per questi problemi, si iniziata una campagna contro l’inquinamento, fino alle ultime manifestazioni che coinvolgono molti giovanissimi. Si parla di auto elettriche, di bici, di mezzi pubblici pur di far abbandonare l’auto, altamente inquinante; si discute sui depuratori che in molti casi non funzionano, alzando il pericolo di acque intoccabili; si sta avviando la cosiddetta economia a costo zero, che vuole evitare lunghi trasporti, imballaggi ed altre problematiche connesse ai lunghi viaggi.
La poesia, che, sin dall’antichità, è anche denuncia ci aiuta anche a farci comprendere l’importanza del creato, come nel caso della poesia scelta. Ecco quindi la poesia di questa settimana, con la speranza di inquinare di meno….a presto !
Vi è un incanto nei boschi di Lord Byro
Vi è un incanto nei boschi senza sentiero.
Vi è un estasi sulla spiaggia solitaria.
Vi è un asilo dove nessun importuno penetra
in riva alle acque del mare profondo,
e vi è un armonia nel frangersi delle onde.
Non amo meno gli uomini, ma più la natura
e in questi miei colloqui con lei io mi libero
da tutto quello che sono e da quello che ero prima,
per confondermi con l’universo
e sento ciò che non so esprimere
e che pure non so del tutto nascondere.
Voglio ricordarvi che se anche voi scrivete poesie e vi piacerebbe inserirne una in questa rubrica basta inviarcela all’indirizzo email poesia2019@virgilio.it, riportando: titolo e testo della poesia, nome autore e breve nota di commento.
Vi aspetto con tante bellissime poesie da leggere nella prossima puntata !