Luigi Vanvitelli

Luigi Vanvitelli

Luigi Vanvitelli, nato a Napoli il 26 maggio 1700 e scomparso a Caserta il primo marzo 1773, prima di essere assunto da Carlo di Borbone per progettare  la Reggia di Caserta aveva lavorato per lo Stato Pontificio ed aveva realizzato nelle Marche e a Roma opere di grande ingegno. Figlio di Gaspare Van Wittel, ereditò dal padre la passione per la pittura, ma molto presto capì che il suo talento principale era nel campo dell’architettura. Vanvitelli aveva un concetto di arte molto personale a cui contribuirono certamente proprio gli studi pittorici e le emozioni destate in lui dai quadri del padre.

Fu allievo del grande Filippo Juvara, architetto della Basilica di Superga, della Sacrestia di San Pietro e dell’esterno del Palazzo Reale di Madrid. Da lui apprese gli elementi basici dell’architettura classica, che poi sviluppò osservando i monumenti di Roma e appassionandosi alle opere di Vitruvio e dei più celebri trattatisti del ‘500. Solo al termine della formazione iniziò ad eseguire i primi progetti, tra cui il restauro del palazzo Albani e delle chiese di san Domenico e San Francesco ad Urbino.

Insieme ad altri architetti progettò l’Acquedotto di Vermicino, e questa esperienza risultò fondamentale per permettergli di realizzare nel migliore dei modi l’acquedotto carolino, che con i suoi 41 chilometri di lunghezza trasportava l’acqua direttamente dal monte Taburno alle cascate della Reggia. I suoi punti di riferimento artistici erano Juvara, Borromini e Bernini, ma Vanvitelli si discostava per certi versi da ognuno di questi e quando Carlo di Borbone gliene offrì la possibilità, poté mettere in pratica la sua magnifica idea di architettura.