Kouassi Pli Adama Mamadou, attivista e leader del Movimento Migranti e Rifugiati di Caserta, mediatore interculturale del Centro Sociale Ex Canapificio, è in questi giorni al centro dell’attenzione per essere l’ispiratore ed anche il collaboratore alla sceneggiatura, della storia del film di Matteo Garrone “Io Capitano”.
Originario della Costa D’Avorio, Per scappare dalla guerra Mamadou è partito nel 2005 per la Libia: dopo aver patito personalmente pene infernali e dopo aver assistito a soprusi e violenze, è partito dalla Libia su un gommone insieme ad altre 69 persone.
Un gommone che si è spaccato in due. Le operazioni di salvataggio da parte di pescatori di Lampedusa hanno riguardato 66 delle persone a bordo.
Da molti anni sulla scena della lotta nazionale per l’integrazione dei migranti in provincia di Caserta e in Italia, Mamadou non è nuovo alla ribalta in un certo senso.
Oggi infatti è uno dei punti di riferimento nei percorsi di inclusione a Caserta, ed è sempre in prima linea per il riconoscimento dei diritti dei più deboli, per la lotta al permesso di soggiorno e contro lo sfruttamento lavorativo.
Ma ritrovarsi all’improvviso sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia ha sicuramente tutto un altro sapore.
Eppure non ha perso lucidità Kovassi, e nel corso della premiazione, in un discorso breve e sentito ha saputo definire perfettamente come dovrebbero andare le cose, affinché giustizia e legalità possano sposare una nuova umanità.
“Quando c’è la necessità di partire, nessuno ti può fermare. Occorre che ci sia possibilità di avere un visto per viaggiare.
Io sono riuscito ad arrivare in Italia, ma questo premio, se Matteo me lo permette, vorrei che lo dedicassimo a tutte le persone che non sono potute arrivare”, ha detto.
Il film mostra i pericoli che i migranti vivono a bordo dei barconi per raggiungere l’Europa e con essa la speranza di una vita nuova.
Un film che racconta la situazione attuale delle ingiustizie che i migranti subiscono sulla propria pelle, una storia difficile, ma anche di riscatto.
Mamadou ha dato un importante contribuito alla sceneggiatura del film e durante la conferenza stampa a Venezia 80 ha ricordato le difficoltà del viaggio, quando di fronte alla disperazione non si hanno più alternative e si è disposti a partire verso un viaggio in cui non si sa se si resta in vita.
Chi sopravvive e arriva in Italia inizia il il tortuoso e difficile percorso per ottenere un permesso di soggiorno e poter vivere una vita dignitosa.
In questi tempi difficili, dove le attuali leggi sull’immigrazione sono sempre più restrittive l’appello è alle Istituzioni “affinché si attivino i canali di ingresso regolari”.
Mamadou Pli oggi è uno dei punti di riferimento nei percorsi di inclusione a Caserta, ed è sempre in prima linea per il riconoscimento dei diritti dei più deboli, per la lotta al permesso di soggiorno e contro lo sfruttamento lavorativo.
Il film Io Capitano, come ha specificato Garrone, “nasce dall’intreccio dei racconti di ragazzi che hanno vissuto l’esperienza del viaggio attraverso l’Africa e verso l’Europa. Le loro storie, oggi, costituiscono forse l’unico racconto epico contemporaneo possibile.
Nelle sale italiane dal 7 settembre con 01Distribution è attesa a breve la data di presentazione con il regista Garrone e Mamadou Pli nella provincia di Caserta.
E i complimenti e gli attestati di stima arrivano anche dall’amministrazione comunale nella persona del Sindaco Carlo Marino:
“Sono toccato dalle parole di Mamadou Kouassi che, durante la premiazione al Festival del Cinema di Venezia di Matteo Garrone con il Leone d’Argento per la miglior regia, ha dedicato parole importanti alla comunità casertana, parlando al mondo intero dell’aiuto che la nostra città offre a persone che affrontano un viaggio pericolosissimo verso la sopravvivenza, verso la giustizia, verso la salvezza.
Mamadou ha collaborato alla sceneggiatura e ispirato il film che racconta il suo viaggio compiuto 15 anni fa.
Parliamo di un uomo, di un padre, che parla 12 lingue e che oggi opera a Caserta e in provincia come mediatore interculturale, offrendo a chi come lui ha attraversato il pericoloso viaggio in mare, occasioni e possibilità di riscatto.
Complimenti a Matteo Garrone, non solo per il premio ricevuto con il film “Io Capitano”, ma per aver dato voce a livello internazionale a un uomo coraggioso, per il suo passato e per il suo presente.
Mamadou dedica quotidianamente il suo impegno, la sua intelligenza e il suo presente a chi ha bisogno di aiuto.
Caserta è fiera di avere un concittadino come Mamadou Kouassi”, ha concluso il Sindaco.
Eppure non tutto è così semplice come sembra, non basta fare i complimenti e sentirsi chiamati suo palco, come racconta Virginia Anna Crovella, attivista dello stesso movimento.
“Ieri è stato veramente bello vedere e sentire la gioia tra di noi dopo aver ascoltato le toccanti parole di Mamadou Kovassi Idris – scrive Crovella – una persona dal cuore immenso che merita questo grande riconoscimento.
E ci ha fatto riflettere come, dopo quasi 30 anni di attivismo, il Centro Sociale Ex Canapificio Caserta sia arrivato ad un evento così importante a Venezia, ma allo stesso tempo, grazie all’amministrazione del PD di Caserta, venga ostacolato anche per organizzare la semplice proiezione di una pellicola in uno spazio pubblico, per l’ennesima volta.
Energie che potrebbero essere utilizzate per aiutare ancora di più chi arriva in questo paese dopo tanta sofferenza, o chi nella sofferenza ci è nato e ci vive qui, vengono sprecate dietro i capricci di tecnici e politicanti”.
E conclude: “Ma proprio come ci mostra Mamadou, la nostra forza sta nel girarci costantemente indietro e sentire la spinta di chi è messo peggio di noi, ed è per questo che, come sempre, questo gruppo non si fermerà”.