Era il 25 giugno 2009 intorno a mezzogiorno che i notiziari trasmettevano la tragica notizia della morte del Re del Pop Michael Jackson. Per lui ci furono due funerali, il primo è stato celebrato il 7 luglio 2009 ben dodici giorni dopo la sua morte allo Staples Center di Los Angeles, in California, diventando uno dei funerali delle celebrità con l’audience più alto di tutti e tempi, e un secondo privato solo per le persone più vicine al signor Jackson.
La nascita di un mito
Michael Jackson nasce il 29 agosto 1958 a Gary, Indiana alle 19.33. Lui è settimo di dieci figli, tra questi uno morirà appena nato. La sua famiglia è composta dalla madre Katherine Esther Jackson, che Michael descriverà come una delle madri migliori che si possa avere. Lei era un vero angelo a differenza del padre Joe Jackson il quale aveva un lato oscuro che pochi ricordano.
Applehead, soprannome dato dai bambini a Michael Jackson, inizia la sua carriera con i suoi quattro fratelli Jackie, Tito, Jermaine, e Marlon Jackson e sarà la band afro americana più amata in tutto il mondo. Tra “I Want You Back“, “Dancing Machine“, Who’s loving you“, oppure “Shake your Body” e tantissime altre, notiamo la loro energia, le loro esibizioni sempre perfette ma i loro piccoli cuoricini nascondono una tensione e una paura che non diranno mai ma che Michael dichiarerà col tempo.

Vi ricordate il lato oscuro di Joe Jackson ovvero il padre di questi ragazzi? Bene, sin da piccoli prima di esibirsi li prendeva a cinghiate e non solo. Per qualunque cosa anche per un piccolo dettaglio fatto male venivano pestati a morte dal padre. Michael stesso raccontava che il suo era il ruolo più brutto poiché il padre diceva sempre: “Fate come Michael “. Sin da quando era piccolo scappava dal padre per non essere picchiato e delle volte dalla paura vomitava. Tralasciando questo lato oscuro, The Jackson 5 era diventata la miglior band che la Motown, casa discografica, avesse mai lanciato.
Dai Jackson 5 ai The Jacksons
Oramai la band all’apice negli anni sessanta e settanta lavorava duramente e venivano acclamati magnificamente dal mondo ma la Motown non andava più bene, dovevano cambiare e trovare un’altra compagnia. Però il nome “Jackson 5” apparteneva alla Motown dunque diventarono i The Jacksons e la loro carriera continuò a salire.
Ricordiamo che Michael Jackson ha iniziato a cantare a soli 7 anni, un’infanzia purtroppo rubata dal lavoro, dagli impegni con il canto e il ballo. Michael Jackson dichiarava che nella sua infanzia non aveva mai festeggiato un suo compleanno, il Natale o quelle festività che un bambino deve vivere. Ma è la sua voce che cambierà il suo destino perché negli inizi degli anni ottanta lascia la band e inizia la sua carriera da solista.
La sua primissima canzone da solista
Ben, uscita nel 1972, anche se non aveva ancora lasciato la band aveva già iniziato a creare qualcosa da solo. Questa canzone parla di un suo amico speciale, un topolino e il genere R&B/soul dà a questa canzone grandi energie ma non sarà ancora la sua ultima canzone.
Escono i suoi primissimi album You and Me; Michael, Forever; Ben e Off the Wall ma a lanciare la bomba nucleare sarà Thriller. Thriller è l’album più venduto in tutto il mondo, l’unico in assoluto, Michael in questo album ammetterà che ha pianto perché pensava di non essere perfetto come voleva. Il suo perfezionismo, però, si è superato con canzoni tali da sfondare qualunque record. Ed eccolo lì a vincere in una notte 8 Grammy Awards con il suo stile inconfondibile, con quei grandi Ray-Ban che hanno fatto la storia del suo stile.
Il primo artista nero ad esibirsi agli MTV con la sua canzone Billie Jean, con il cappello nero che gli fa l’occhiolino, il guanto bianco pieno di diamanti, la sua giacca nera paiuzzata, calzini bianchi, pantalone nero e canotta bianca ed eccolo, il moonwalk come dice Michael: ” Io cammino all’indietro ma guardo avanti “. Ed è ciò che questo grande uomo farà.
Sbarcano i successivi album come Bad, Dangerous, History e Invincible. All’interno abbiamo brani di grande importanza. Dall’energia di Bad o The Way You Make Me Fell alla rabbia contro la stampa come Tabloid Junkie o Screm ai messaggi di salvaguardia del pianeta come Earth Song o Heal the World oppure quelli anti razzisti come Black or White e they Don’t Care About Us e ai più romantici come Break of Down o Butterflies e poi quelle che ti fanno piangere come Gone too soon.
I suoi fan crescono sempre di più è l’amore per lui aumenta e Michael li ringrazia sempre perché come diceva lui: “I miei fan sono del mio stesso sangue“. Con il nuovo album iniziano anche i nuovi concerti in giro per il mondo tre sono quelli che farà come il Bad, Dangerous e History World Tour.
Sembra tutto rosa e fiori vero? Sembra un sogno e lui sorride sempre, ha sempre uno sguardo felice ma ecco che ci allontaniamo dall’artista e parliamo della vera persona.
Il lato peggiore della stampa è che alcuni tabloid hanno un potere tale da dire false notizie che si credono reali e purtroppo la situazione che avvolgerà il personaggio del re del pop diventerà un incubo.
“A nessuno importa la verità ma tutti sono ossessionati dalle menzogne.” Una delle frasi che Michael ha sempre ripetuto negli ultimi anni della sua vita. Tra queste riporterò le più famose.
Molti hanno accusato per anni Michael Jackson di non voler essere nero, ma sfatiamo questo mito perché non è affatto così: lui soffriva di vitilligine e lupus. La prima è causata da una reazione eccessiva del sistema di difesa dell’organismo che attacca, per errore, i melanociti, cellule del pigmento della pelle, causando la presenza di macchie bianche ben circoscritte dette depigmentate.
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Invece il lupus è una malattia che elimina gran parte della cartilagine presente nel corpo e può causare grandi danni alla respirazione e alle ossa.
Michael Jackson non era un pedofilo
Altro mito da sfatare: Michael amava i bambini, pensiamo solo questo: prima di fare qualunque concerto in qualunque zona chiedeva di andare prima negli ospedali pediatrici del posto per fare visita ai bambini malati e regalargli tanti giochi e farli divertire. Creò la sua prima casa, Neverland, con un grande parco dedicato proprio a questi bambini che ovviamente, accompagnati da una troupe di specialisti, potevano vivere una giornata in quel meraviglioso posto. Le prime accuse furono fatte agli inizi degli anni novanta ma continuarono fino al 13 giugno 2005 quando finalmente fu dichiarato INNOCENTE poiché tutte le accuse non solo erano false ma alcune erano anche inesistenti.
A queste brutalità fatte a lui pensiamo anche che ebbe un brutto periodo di depressione e anche di anoressia. Pesava a malapena 60 kili e per essere 1.75 metri si può notare come non fosse in forma. Aveva avuto anche, a causa di un incidente durante un concerto, una gravissima ustione al cuoio capelluto e per anni è stato solamente umiliato dalla stampa come un personaggio strano, un mostro creato da loro. Riuscì a combattere fino all’ultimo ma il 25 giugno 2009 chiuse gli occhi e per un arresto cardiaco disse addio ai suoi piccoli figli Paris, Prince e Blanket Jackson e ai suoi veri fan che sono rimasti dopo ogni battaglia.
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Michael Jackson è sempre uscito di casa con un sorriso sul viso, non lo abbiamo mai visto piangere eppure lo faceva di nascosto nella sua camera per non farsi vedere nemmeno dai suoi figli che non dovevano essere tristi per lui. E’ stato un buon cantante, un bravo padre, un buon uomo e un buon marito ma soprattutto un eccezionale essere umano che teneva a tutti e a tutto.
La leggenda d’altronde ha sempre una parte umana, è immortale perché la sua luce è stata tale da illuminare i cuori di tutte le persone dunque è giusto ricordarlo, e lo facciamo oggi con una sua canzone in particolare Gone too soon, che lui dedicò a un bambino che ha combattuto tra la vita e la morte a causa dell’Aids e morì troppo giovane e oggi la dedichiamo a lui.
Come una cometa
Ardente attraverso il cielo
Andata via troppo presto
Come un arcobaleno
Che svanisce nello scintillio di un occhio
Andato via troppo presto
Luccicante e splendente
E splendidamente brillante
Qui un giorno
Andato via una notte
Riposa in pace Michael Jackson, ovunque tu sia ci saremo sempre per ricordare l’uomo che eri davvero e non il mostro descritto dai tabloid.