Nantiscia, un viaggio senza tempo nella musica popolare e non solo

Annalisa Messina
Annalisa Messina
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Sabato sera, il pubblico presente al Piccolo Teatro CTS di Angelo Bove, ha potuto vivere un’esperienza singolare con i Nantiscia che  hanno eseguito brani del repertorio popolare e non solo, omaggiando Fausto Mesolella e proponendo nuove canzoni, sostenuti dalla GenoveseManagement nella persona di Gianni Genovese, presente anch’egli all’evento.

Annalisa Messina (voce), Ferdinando Ghidelli (chitarra), Giuseppe Vertaldi (batteria), Donato Tartaglione (basso), Almerigo Pota (flicorno) sono un gruppo di autori sia di testi che di melodie nato alcuni anni fa dall’incontro di cinque vite musicali molto legate al territorio ed ispirate dalle tradizioni campane e dagli eventi sociali di questo particolare momento storico.


Il nome Nantiscia nasce dall’anagramma della parola Sannitica, cioè la strada statale che, nel suo itinerario attuale, collega i comuni di Benevento e Termoli istituita nel 1928; la scelta del nome vuole idealmente collegare popoli e culture in cammino, lontani fisicamente ma uniti nell’intento di comunicare sentimenti e tradizioni comuni, al di là dei confini geografici.

L’apertura del concerto, immaginato come una “prova tecnica”, ha visto l’esecuzione di un brano scritto e musicato come accompagnamento all’uscita del libro scritto dallo stesso Ferdinando Ghidelli sul periodo del brigantaggio in Italia. Divertente l’intervento di Annalisa Messina che ha invitato il pubblico a scegliere un possibile titolo al brano.

I Nantiscia hanno all’attivo numerosi concerti e partecipazioni ad eventi anche benefici: dal Teatro Parravano al Teatro di Corte della Reggia di Caserta, dall’Uzbekistan ai palchi di diverse città, sempre con la forte napoletanità artistica che contraddistingue i cinque musicisti.

Con i ritmi incalzanti ed infallibili della batteria, originali nelle sonorità e nelle varie fasi percussive, le improvvisazioni virtuosistiche alla chitarra, le basi armoniche ed i giri del basso, che funge da tappeto sonoro, le fluttuazioni del flicorno con i suoi suoni prolungati e staccati nelle frasi ritmiche, spesso in dialogo con la voce, all’unisono oppure in controcanto, la performance dei Nantiscia ha coinvolto gli spettatori in toto, inducendoli a cantare ed accompagnare ritmicamente con le mani i brani più famosi.


“‘Sta felicità“, “Lu santo piscatore“, “N’addore e primmavera“, “Santiago“, “Sciumm sciumm“, tutte canzoni scritte e musicate dal maestro Ghidelli e da Annalisa Messina, con temi cari all’intimo di ciascuno: la semplicità delle piccole cose, la perseveranza, la fede, la socialità e la condivisione, con un filo conduttore comune, l’amore.

Molto interessante anche “‘Ntrezzann” e “Over“, sul tema dell’immigrazione e dell’inclusione sociale.

Il clima creatosi all’interno della sala è stato davvero caldo ed accogliente, così come gli stesi musicisti hanno dichiarato a fine concerto.

Non poteva mancare un bis : “‘O surdato ‘nnammurato”, cantato a viva voce da tutto il pubblico.

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