Mancano pochi giorni al Natale. Il periodo di preparazione alla nascita di Cristo e al suo ritorno glorioso è scandito per tutti da momenti di attesa di qualcosa di nuovo che sta per accadere. La novità si ricerca forse nell’acquisto dell’ultimo minuto per aggiungere ancora un regalo sotto l’albero. Comunque il dono più importante quest’anno sarà ritrovare ancora nei giorni di festa il tempo del Sacro, interruzione del tempo ordinario, che rappresenta l’attesa dell’umanità e della salvezza non ancora compiuta.
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Nell’esperienza di una tradizione che si rinnova attraverso la nascita di Gesù, ognuno ritrova le ragioni ideologiche, etiche, culturali, storiche e mitiche della propria identità collettiva. Nel celebrare la ricorrenza del Natale si rimette in moto una macchina di ripetizione e memoria: si ricordano e ci si riappropria, interiorizzandole, esperienze che appartengono al ciclo dell’anno, al ciclo della vita umana e ai cicli della vita sociale.
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In questo clima di fiducia e Fede nell’intervento divino nel mondo con la nascita di Gesù Salvatore, la chiesa di Lourdes, curata e gestita da Don Antonello, ha aperto le porte all’artista Raffaele Canoro per dare l’opportunità di mostrare la sua nuova opera sulla “Natività”.
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L’opera pittorica nella luce che emana ricorda i pittori del primo Rinascimento come Masolino da Panicale e Masaccio. Nell’iconografia giganteggia il bambino Gesù sorretto da Giuseppe che, ponendolo in alto, dalle sue mani lo offre al mondo in segno di totale dedizione ad un destino che sembra già conoscere. La figura di Maria, apparentemente in disparte, esprime un sentimento di consapevolezza che quel suo figlio è il frutto di un disegno divino e ciò la riempie di orgoglio e meraviglia. In ricordo del luogo inospitale in cui nacque sono rappresentati il bue e l’asinello che ruminando fieno evocano i suoni e gli odori della grotta di Betlemme.
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