La notizia della dipartita della Regina Elisabetta II ha scosso il mondo intero: eh sì, perchè lei è stata una donna che ha fatto e vissuto la storia, una donna che ha regnato per ben 70 anni con un carisma ed una tempra tale da far dimenticare la sua età anagrafica.
E mentre da un lato ci saranno i doverosi omaggi formali (la frase in codice “London Bridge is down” letteralmente il “Ponte di londra è crollato” ha annunciato la morte della sovrana e ha dato inizio all’esecuzione del rigido piano denominato “Operazione London Bridge”, che descrive dettagliatamente tutto ciò che avverrà nei dieci giorni di lutto prima dei funerali solenni), dall’altro ci saranno gli omaggi delle persone comuni: chi si troverà in loco sicuramente lascerà un fiore, un biglietto o altro presente in suo ricordo, chi come noi è distante potrà ricordarla attraverso la musica (una delle sue passioni), a partire dal brano “God save The Queen”, tradizionalmente utilizzato come inno nazionale del Regno Unito.
La musica, forse è stata l’unica arte che è riuscita a farle abbandonare l’aria rigida e composta che l’ha sempre contraddistinta: a riguardo, qualche anno fa, fece scalpore la rivelazione fatta durante una cena nel Castello di Windsor del suo amore per la canzone “Dancing Queen” del gruppo musicale pop svedese Abba; secondo quando trapelò all’epoca, le sue parole furono “cerco sempre di ballare quando passa questa canzone, perchè io sono la regina e mi piace ballare”.
Non è un caso che appena qualche mese fa, la musica l’ha fatta da padrone nei festeggiamenti dei 70 anni di trono, con il mega concerto in suo onore “Platinum Party at the Palace” (organizzato dalla Bbc a Buckingam Palace) in cui si sono esibite star internazionali del calibro dei Duran Duran, Diana Ross, Rod Stewart, Alicia Keys e il nostrano Andrea Bocelli che in quell’occasione ha incantato tutti con “Nessun dorma” e proprio con questo brano le auguriamo un buon viaggio, immaginandola che “ride e canta nel sole , l’infinita nostra felicità, gloria a te, gloria a te”.