Uno sfondo magico, illuminato da una notte stellata, ha accolto ieri sera un pubblico appassionato e composto, nonché distanziato nel rispetto delle norme anti-covid, disposto nei giardini antistanti la Reggia di Caserta, per godere di uno spettacolo unico: il Concerto del Maestro Riccardo Muti e della sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini.
Quasi un pre-festeggiamento per l’imminente compleanno di uno dei Direttori d’orchestra più famosi al mondo, che ha eseguito un programma dedicato a Franz Schubert, musicista romantico dallo stile moderno ed appassionato.
Si apre con l’Overture in do maggiore op. 170 nello stile italiano D591 (per gli evidenti riferimenti a Rossini ed al suo “crescendo”) e la Sinfonia in do maggiore D 944, detta “La Grande“. Sia la prima che la seconda opera furono eseguite a Vienna nella prima metà dell’Ottocento e si racconta che l’Orchestra viennese trovò così difficile la partitura della Sinfonia tanto da indurre Schubert ad accantonarla, per poi essere riscoperta nel 1838 ad opera di Robert Schumann e diretta l’anno successivo da Felix B. Mendellsohn.
Una scelta di repertorio straordinaria per mettere in luce l’eccellente preparazione e maturità musicale di un gruppo orchestrale nato pochi anni fa per voler proprio del Maestro Muti.
Come egli stesso ha raccontato, la sua formazione è stata al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, città che egli stesso ama moltissimo, soprattutto dal punto di vista musicale: la città partenopea ha infatti dato i natali a personaggi famosissimi nell’universo musicale europeo del Settecento ed Ottocento, quali Pergolesi, Cimarosa, Paisiello, Traetta, sopranisti come Farinelli, nonché Rossini che ha caratterizzato la musica come “opera buffa” in tutto l’universo artistico d’oltreconfine.
I riferimenti al timbro strumentale, la ritmica ed il “crescendo” rossiniano sono stati un input eccezionale per introdurre l’ascoltatore in un mondo fatto di effetti sonori e fraseggi “dialogati” tra fiati, archi ed ottoni in un susseguirsi di modulazioni, cambi di tempo repentini e precisissimi ed attacchi calibrati con chiusure nette sia nella Ouverture che nella Sinfonia.
Se i musicisti presenti hanno così potuto apprezzare e discriminare i vari timbri delle sezioni orchestrali (ma anche i bravissimi incisi “a solo” degli orchestrali), nondimeno un fruitore meno preparato è stato in grado di percepire l’affiatamento e la preparazione musicale tra i giovani Maestri ed il Direttore in tutto l’evolversi del programma.
Una scelta impegnativa e sofisticata, quella di presentare uno Schubert moderno, alla fine della sua vita, con un impeto ed al contempo un rigore musicale degno dei tempi che stavano cambiando: da un inizio Ottocento brioso, vitale, intermittente (con pizzicati, battute in levare e cambi di tempo) ad un momento di maturazione artistica e musicale che ricorda lo “Sturm und drung” tedesco nelle passioni, negli ideali e nelle forti sonorità.
Possiamo immaginare che il Maestro, con la sua scelta di repertorio, abbia voluto spingerci a credere in un mondo migliore, fatto di spinte interiori, amore e rispetto per la cultura e per la musica, aspetti che per lui, come dichiara da sempre nelle interviste, sono fondamentali per uno sviluppo ed una crescita umana completa.
Dopo un lungo periodo di “fermo” artistico, sicuramente osservare un così nutrito ensemble di musicisti giovani, con alle spalle una preparazione ed un obiettivo a medio e lungo termine fatto di perfezionamento e studio attento e puntuale, ci incoraggia davvero a sostenere tutti gli aspetti dell’arte che valorizzano e sublimano l’uomo ed a credere che la musica abbia un forte potere rigenerante ed inclusivo.
Prima del concerto, il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha consegnato a Riccardo Muti un riconoscimento in occasione del compleanno del maestro che compirà 80 anni il 28 luglio. “Si tratta di un omaggio a nome di tutti i cittadini della Campania – ha dichiarato De Luca – per una delle personalità più eminenti della cultura, non solo di quella musicale, del nostro Paese, ma soprattutto esponente di una categoria molto rara in Italia: quella degli uomini liberi.”