San Leucio, Re Ferdinando prenderà vita in una statua a lui dedicata

Ferdinando IV di Borbone
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Ebbene sì, passato circa un anno dalla costruzione della rotonda di San Leucio all’intersezione tra il Viale degli Antichi Platini, via San Leucio, via Quercione, via Papa e via Tenga la novità che tutti hanno notato è il piano di marmo dove verrà poi posizionata una nuovissima statua che onorerà San Leucio e darà il benvenuto a tutti coloro che vorranno visitarla ma sopratutto rappresenterà le persone di questo borgo. Prima però ecco alcune pillole di storia.

Cos’è San Leucio? San Leucio è uno dei borghi più belli e importanti della storia di Caserta diventato celebre grazie ai Borboni. Era il 1776 quando vennero inaugurate le officine tessili ma non è solo la seta che lo rappresenta. Tra il Palazzo Belvedere, l’insediamento produttivo dei Borbone e il Casino di caccia del re Ferdinando IV di Napoli, coloro che hanno contribuito alla storia del borgo sono stati gli abitanti soprannominati “Ciampa Bianca” ovvero zampa bianca. Oggi, insieme alla Reggia di Caserta, il piccolo borgo reale è stato approvato come Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

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Perché i Borboni si sono insediati a San Leucio? I motivi maggiori sono stati tre: in primis San Leucio era molto vicina a Napoli, infatti, è a meno di 30 km; la seconda ragione è per via della costruzione della Reggia di Caserta, che spinse il Re Carlo III di Borbone e l’architetto Collicini a proseguire questa costruzione anche a San Leucio; la terza ragione è che questo apparteneva già alla famiglia dei Borbone, Carlo lo acquisterà nel 1750 circa dai principi Caetani di Sermoneta, famiglia che aveva ereditato tutte le proprietà degli Acquaviva. Il famoso Palazzo Belvedere fu la dimora dove vissero i principi per poi essere ricostruito come chiesa. Nella parte retrostante che va verso est ci sarà, poi, l’insediamento produttivo dei Borbone.

Perché è così famosa l’attività tessile e perché proprio la seta? Dobbiamo sapere che tutto il Regno di Napoli è sempre stato coinvolto nella produzione della seta, in particolare questa. Non c’era nessuna famiglia che non avesse affianco alla propria attività contadina una piccola attività di trattura poiché la seta non va necessariamente filata ma va svolta. La fabbrica reale vivrà un momento importante dal 1789 fino al 1799 quando ci fu la rivoluzione napoletana. Nel corso dei dieci anni sono state inventate, nell’ambito di questo settore, nuove tecniche ma soprattutto è stato costruito anche il famoso torcitoio per torcere la seta.

Purtroppo dopo la rivoluzione, la fabbrica andrà in crisi senza rendere più come una volta, diventerà meno reale e più privata. L’ultima famiglia che la gestirà sarà la famiglia dei De Negri. L’ultima fase importante ci fu con gli Alois, i quali, hanno portato la seta di San Leucio nelle zone più importanti del mondo tanto da arrivare fino alla Casa Bianca quando tra il 1949 e il 1951 il Presidente Truman, rifacendo almeno metà di questa, coinvolse le varie aziende tessili di San Leucio, come quella degli Alois ma anche dei De Negri, portando questa particolare stoffa che verrà poi riconosciuta in tutto il mondo.

Chi è che ha dato l’ispirazione al re e alla regina di promuovere il Codice Leuciano? Gli intellettuali di corte, ispirati dall’idea dell’Illuminismo, e in particolare, dobbiamo ricordare Antonio Genovese convinto assertore delle idee dell’uguaglianza. Questo concetto, infatti, lo ritroveremo nel Codice dove l’uomo e la donna saranno messi alla pari.

Cos’è oggi il Belvedere? Oggi è il luogo permanente di tutti i vecchi macchinari che sono stati donati dalle vecchie aziende al Comune di Caserta. La zona è ovviamente visitabile ma non più attiva come un tempo. Rimarrà sempre, il posto storico, pieno di vita che ha avuto un’evidente importanza nel tempo e che, ancora oggi, è capace di illuminarci con tutta la sua bellezza.

Perché gli abitanti venivano denominati “Ciampa Bianca”? Dobbiamo sapere che la vita dei lavoratori nelle aziende tessili reali avevano lati positivi e negativi. Tra i negativi dobbiamo sapere che loro lavoravano più di 15 ore al giorno e non uscivano mai, quelle poche volte che succedeva, a causa delle ghette bianche dei loro completi venivano chiamati “Ciampa Bianca”. Tra i lati positivi, invece, loro rappresentavano quel piccolo gruppo di lavoratori reali scelti esclusivamente dal re, dunque l’invidia faceva ribollire il sangue a coloro che vivevano “fuori”.

Altra teoria, invece, meno accreditata, vuole che il re Ferdinando avendo creato una specie di “colonia” voleva che il popolo del borgo fosse unico, infatti, molte famiglie originarie del luogo si sono unite fra loro affinché non ci fosse nessuna mescolanza con famiglie provenienti da luoghi diversi.

Perché chiamarla Ferdinandopoli? Ferdinando IV di Borbone progettò “Ferdinandopoli” questa città organizzata da una serie di leggi presenti nel Codice Leuciano dove viveva questa colonia di operai e tecnici delle seterie. Questo è stato uno dei primissimi esempi di presidio organizzato su un’economia rivoluzionaria, a quei tempi, a circuito chiuso ove c’erano gli abitanti che erano sia produttori che consumatori degli stessi beni. Altro esempio è la Vaccheria, zona antica, antesignano delle successive aziende zootecniche e agricole.

Completato l’escursus sulla storia di San Leucio riprendiamo il discorso sulla statua che molto probabilmente rappresenterà qualcosa sull’utopia ferdinandea al fine di riprodurre la storia di Ferdinando IV di Borbone e quella di San Leucio.

Il piedistallo presente nella rotonda dove sarà installata la statua

Chi è l’autore della statua? Colui che ha progettato e creato la statua è Don Battista Marello. Di origini casertane, Don Battista Marello ha il suo studio nel centro di Caserta e il suo “pensatoio” al Belvedere di San Leucio, inoltre, oltre ad essere il parroco di San Leucio è anche un grande artista capace di cogliere la perfezione nelle sue grandi opere. Tra i tanti esempi che possiamo fare, è necessario parlare della nuova porta del Santuario di Pompei scolpita da lui stesso, La Madonna della Salute posta ai piedi delle Dolomiti ma anche di questa nuova statua che dovrà rappresentare la regalità del re Ferdinando di Borbone che verrà esposta a breve.

La statua è nata da un’iniziativa della scorsa amministrazione comunale e rinnovata dal Sindaco di Caserta Carlo Marino. Per colpa della pausa dovuta al Covid-19 la prima bozza in argilla è stata interrotta per poi essere ripresa due anni dopo affinché venisse consegnata dalla Fonderia nolana Del Giudice. Gli impieghi finanziari sono stati mantenuti dalla giunta comunale in carica dell’assessore alla Cultura Vincenzo Battarra su volontà del Sindaco. Verso la fine di maggio ci sarà l’inaugurazione dove verrà fatta una cerimonia esclusivamente per inaugurare la statua che sicuramente sarà all’altezza della potenza del re Federico IV di Borbone.