Covid e scuole: finestre spalancate, ragazzi al freddo. A Caserta non c’è pace, genitori in allarme

Una facciata della Don MIlani, V Circolo di Caserta, Parco Degli Aranci ph di Carmen Merola
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Insomma, a scuola finestre aperte si o finestre aperte no? La prima preoccupazione del sistema scolastico ed anche delle famiglie ovviamente è quella di tutelare la platea studentesca, i bambini, i ragazzi, da questo virus che ovviamente diventa più facilmente diffondibile in un ambiente chiuso.

Necessaria dunque all’interno delle strutture scolastiche la giusta areazione.

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Vale la decisione del CTS che a suo tempo ha evidenziato la necessità “di assicurare l’aerazione dei locali in cui si svolgono le lezioni, avendo cura di garantire periodici e frequenti ricambi dell’aria, cui si provvederà contemperando l’esigenza di costante aerazione dell’ambiente didattico con il diritto degli allievi a svolgere le attività didattiche in condizioni ambientali confortevoli” (verbale n. 100 del 12 agosto 2020); anche il Protocollo d’intesa MI-OO.SS 2021/2022 stabilisce che “è opportuno mantenere, per quanto possibile, un costante e continuo ingresso di aria esterna outdoor all’interno degli ambienti e delle aule scolastiche”.

Eppure, premesso che molte scuole del territorio urbano del capoluogo sono già state segnalate in più occasioni per problematiche varie rispetto al riscaldamento, i genitori lamentano a più riprese aule gelide e figli a rischio di influenze e malattie da raffreddamento.

Sui social a tutto spiano le segnalazioni, come quella di una mamma, Carmen Merola che pubblica la fotografia di una facciata della Scuola Don Milani al Parco Degli Aranci, il V Circolo per intenderci, con alcune finestre spalancate.

Segnalazioni arrivano anche dalle classi della scuola media del Giannone: “Prima delle festività i ragazzi erano con le finestre spalancate e i termosifoni spenti“, riferisce quest’altro genitore.

E addirittura alla scuola di Casola, a Casertavecchia – plesso della Vanvitelli – “termosifoni spenti da tempo, la primaria si è ritirata. L’infanzia resiste”. 

Eppure rifacendoci sempre ai dettami del CTS pare che l’apertura (possibilmente totale) delle finestre per alcuni minuti (ad es. 5 – 10 minuti, o anche di più, se l’ambiente è molto grande), vada “ripetuta ogni una o due ore nell’arco dell’attività didattica al cambio dell’insegnante (o anche più frequentemente, in base al numero delle persone presenti all’interno dell’ambiente), accompagnata, se possibile, da un’apertura delle finestre più prolungata in occasione della ricreazione e della pausa pranzo, rappresenti un ragionevole compromesso tra le esigenze contrapposte della “costante aerazione dell’ambiente didattico” e del “diritto degli allievi a svolgere le attività didattiche in condizioni ambientali confortevoli”.

A questo punto vale il buon senso e che i nostri ragazzi se la possano cavare.