Dal 7 aprile si rientra a scuola, assicurata la didattica in presenza sull’intero territorio nazionale anche nelle zone rosse e dal 6 aprile ricordiamo che nove regioni sono in zona rossa: Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta.
Tutte le altre sono collocate in area arancione. Ma il governo Draghi prepara la riapertura per tutti, lo svolgimento dei servizi educativi per l’infanzia e dell’attività scolastica e didattica di asili, elementari e del primo anno delle medie.
Nei giorni successivi alle vacanze pasquali, 5,3 milioni di alunni saranno regolarmente tra i banchi. Sono il 62,3% (sei su dieci) degli 8,5 milioni di studenti italiani. Le regioni più interessate da questa riapertura sono Lombardia, Toscana, Campania e Veneto.
Ma vediamo come: in area rossa si rientra a scuola ma solo parzialmente, ovvero fino alla prima classe delle secondarie di primo grado. Per tutti gli altri le lezioni proseguono a distanza. In zona arancione le lezioni si tengono in presenza fino alla classe terza delle secondarie di primo grado, superiori in presenza dal 50 al 75%.
Sono sempre garantite le attività di laboratorio in presenza, così come le lezioni per gli alunni con disabilità o Bes. Lo stesso decreto prevede il limite per le Regioni di poter decidere la chiusura delle scuole, salvo “in casi di eccezionale e straordinaria necessità dovuta alla presenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica.
Il premier Draghi però non si accontenta del rientro per pochi da mercoledì e punta alla riapertura per tutti. Nelle prossime settimane si programmerà la vera ripresa con l’obiettivo di allargare le aperture scolastiche anche agli studenti delle secondarie di secondo grado.
Intanto gli altri 3,2 milioni di studenti (il 37,6%) continueranno a seguire in Dad da casa, erano 6,9 milioni nei giorni scorsi.
Fonte Orizzontescuola.it