Caserta – Una delle opere teatrali più amate del Novecento protagonista al Teatro Comunale Parravano di Caserta. “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello, nella versione diretta da Luca De Fusco, sarà rappresentato sul palco di via Mazzini dal 12 al 14 gennaio, come di consueto venerdì e sabato alle 20.45 e domenica alle 18.00.
Lo spettacolo, prodotto da Teatro Stabile di Napoli, Teatro Nazionale e Teatro Stabile di Genova, è stato proposto per la prima volta in assoluto lo scorso 25 ottobre (e fino al 12 novembre) al Mercadante di Napoli con notevole successo.
LA TRAMA
L’opera racconta le vicende di sei persone che entrano in un teatro dove una compagnia di attori sta provando la tragedia “Il giuoco delle parti”. In realtà i sei individui non sono persone ma dei personaggi inventati da un autore che poi ha deciso di abbandonarli. I sei personaggi chiedono perciò al capocomico di far rappresentare a quegli attori il loro dramma e così ognuno di loro racconta la propria storia: dopo una lunga resistenza, la compagnia si convince ad assecondare la richiesta, ma quando gli attori professionisti mettono in scena lo spettacolo improvvisato i sei personaggi restano delusi e, nonostante i suggerimenti dati, giudicano inappropriate le interpretazioni dei componenti della compagnia.
Così, per risolvere il problema e portare a compimento il proprio destino di personaggi immaginari, i sei salgono sul palco e rappresentano il dramma che li vede protagonisti.
Il gruppo di attori protagonisti dello spettacolo in programma al teatro comunale “Parravano” di Caserta è capitanato da Eros Pagni, prolifico ed apprezzato attore di cinema e teatro che interpreterà uno dei ruoli dello spettacolo da fare, quello del padre. Gli altri “personaggi” sono Federica Granata (La madre), Gaia Aprea(La figliastra), Gianluca Musiu (Il figlio), Silvia Biancalana (Il giovinetto), Maria Chiara Cossia (La bambina) e Angela Pagano(Madama Pace); mentre nei panni degli attori della compagnia ci saranno Paolo Serra (Il Direttore–Capocomico), Maria Basile Scarpetta (La prima attrice), Giacinto Palmarini (Il primo attore), Federica Sandrini (La seconda donna), Alessandra Pacifico Griffini(L’attrice giovane), Alessandro Balletta (L’attor giovane), Sara Guardascione e Dario Rea (Altri attori e attrici), Paolo Cresta(Il direttore di scena), Enzo Turrin (Il suggeritore), Ivano Schiavi (Il macchinista).
Così descrive lo spettacolo e l’importanza del testo di Pirandello nel mondo del teatro del Novecento il regista Luca De Fusco: “Sei personaggi in cerca d’autore anticipa l’arte concettuale, l’esistenzialismo, lo straniamento, rompe lo schema secolare della finzione naturalistica. Fu accolto con esito incerto e tempestoso nella prima a Roma del 1921 e non poteva essere diversamente visto che questa opera proveniva dal futuro, anticipando i tempi in modo clamoroso, come se La carriera di un libertino di Stravinskij fosse andata in scena nel ‘700. Quando si affronta un tale capolavoro e si dispone di una compagnia come la nostra, capitanata da un gigante come Eros Pagni, ho sempre il timore che un eccesso di interpretazione dia l’impressione al pubblico di un regista che vuole anteporsi al testo e allo spettacolo. È anche vero che non esistono interpretazioni neutre.
D’altra parte questi sei personaggi, che provengono da un altro mondo e che non perdono occasione di sentirsi rinfacciata dal capocomico la irrappresentabilità della loro storia, mi sono subito apparsi come gli attori di Woody Allen che escono dallo schermo in Brodway Danny Rose. La loro vicenda, così piena di ricordi, di visioni, di particolari di splendente importanza mi ha subito fatto pensare ad una trama che si presta ad essere rappresentata più attraverso l’occhio visionario del cinema che tramite quello più concreto del teatro. Ho quindi proseguito il lavoro di contaminazione tra teatro e video, iniziato proprio con un Pirandello (Vestire gli ignudi, 2010) e continuato poi negli anni più recenti con le mie regie realizzate per il Mercadante, e ho cercato di dare ai sei personaggi ciò che chiedono invano al regista.
L’apparizione surreale dei cappellini per l’evocazione spiritica di Madama Pace, i tremendi e morbosi particolari della scena del bordello, la contemporaneità visionaria della scena del laghetto altro non sono che le richieste non esaudite dei personaggi. Essi forse raccontano una storia che non riesce ad essere tutta compresa nel solo linguaggio teatrale. Per il resto abbiamo cercato di seguire le “dittatoriali” didascalie di Pirandello, vestendo in modo diverso, e addirittura in epoche diverse, personaggi ed attori, illuminandoli in modo opposto, non perdendo occasione per sottolineare il carattere “alieno” dei personaggi. Abbiamo invece deciso di ignorare le didascalie descrittive e realiste su arredi e atmosfera di palcoscenico immergendo il tutto in un clima più sobrio e crudele, ricordando sempre l’immortale saggio di Macchia su Pirandello o la stanza della tortura. Spero di indurre ad una rilettura scenica e letteraria di un testo che parla ancora oggi alla nostra coscienza contemporanea e ci invita a farci le domande più importanti e terribili sulla natura, il significato, l’essenza stessa della nostra esistenza”.