“Il silenzio grande”: Remigio Truocchio intervista Massimiliano Gallo alla Reggia nell’ambito della I rassegna “Visioni Reali”

Il silenzio grande
Massimiliano Gallo
AUTOSTAR
santagata-2105
CASAVACANZE700
previous arrow
next arrow

Continua il successo di ‘Reggia Festival – Visioni Reali‘, l’evento cinematografico ideato ed interamente finanziato da Confcommercio con la direzione artistica di Remigio Truocchio. Il cortile della Reggia di Caserta sempre pieno di spettatori è il segno tangibile dell’interesse suscitato da questa manifestazione.

Villa Primic è stata un tempo un’abitazione di prestigio con vista su Capri e sta per essere messa in vendita: a deciderlo è stata Rose (interpretata da Margherita Buy), moglie del noto scrittore Valerio (interpretato da Massimiliano Gallo), in parte sostenuta dai figli. L’unico che non vorrebbe lasciare la dimora è proprio Valerio, il quale avrebbe l’appoggio della domestica, divenuta ormai una di famiglia, affettivamente legata all’elegante casa. Purtroppo Valerio si è chiuso per troppo tempo nel suo mondo fatto di libri per poter davvero partecipare alle decisioni che vengono prese e vive in modo passivo questo incerto e delicato passo verso il futuro.

LORETOBAN1
anticheleuciane
previous arrow
next arrow

Dopo aver diretto con successo il testo di Maurizio De Giovanni a teatro, Alessandro Gassmann propone la versione cinematografica de “Il silenzio grande” rappresentandone fedelmente sia il testo che lo sfondo, utilizzando cioè una scenografia che gli permette di far scoprire a poco a poco quel personaggio fondamentale che è Villa Primic, con gli spazi che parlano e raccontano la vita solitaria ed autocelebrativa del protagonista che, invece di vivere la vita comunitaria della sua famiglia, vedendo crescere i suoi figli, si isola nel suo studio, zeppo di libri catalogati secondo una “predisposizione emotiva” e non “per colore” come invece gli suggeriva la domestica Bettina.

Molto interessante e stimolante la presentazione del film attraverso le parole di Massimiliano Gallo, ospite della serata, il quale, in modo garbato ed elegante, si è proposto al folto pubblico della Reggia non accomodato in poltrona ma all’impiedi, favorendone così la visione anche agli ultimi posti, dando anche spazio al grande schermo alle sue spalle.

Curriculum ricchissimo e variegato quello dell’attore, conteso tra teatro (dove ha iniziato da bambino con la madre attrice), cinema e televisione, passando poi per qualche parte cantata e recitata, grazie al talento del padre Nunzio.

Il film, definito dallo stesso Gassmann come “quelli di una volta”, ambienta la storia in un luogo che è la storia stessa della famiglia, dove lo scrittore vive della sua arte e della sua fama per rendere ricchi e felici moglie e figli, ma che, un giorno, scoprono essere soli ed inascoltati dal padre, sempre immerso nella creatività e nella fantasia.

Eccellente interpretazione di Massimiliano Gallo, il quale ci ricorda moltissimo il teatro di Eduardo, non da meno la grande Marina Confalone nei panni di Bettina, fedele domestica e conoscitrice profonda dell’animo umano: emblematica la sua affermazione “tanti piccoli silenzi fanno un silenzio grande“. Con la sua esperienza di vita lei cerca di spingere Valerio al dialogo, ad uscire dal suo mondo, ma non ci riesce, così come la moglie Rose, una delicatissima Margherita Buy.

I ruoli del film sono ben definiti, a volte tristi, ma è la trama che ci lascia sorpresi alla fine: Rose sola e insoddisfatta beve di nascosto, Bettina origlia nella speranza di dare buoni consigli, il figlio dichiara al padre la sua omosessualità e la figlia aspetta un bambino da un professore coetaneo del padre. Come reagisce Valerio? Cerca di dimostrare comunque il suo amore di padre, accogliente, magari turbato, ma pronto a risolvere i problemi.

Colpisce degli attori, soprattutto del protagonista, lo sguardo, gli umori, l’incapacità ed il desiderio di comunicarsi i sentimenti, la postura quasi remissiva ed il tono sempre pacato delle discussioni. Complice anche una quasi costante oscurità e velatura nelle scene, il predominare della polvere e del disordine, la trascuratezza della casa ed un bonsai ormai completamente secco.

Il significato più profondo dell’evolversi del racconto è che la nuova vita che li attende, dopo la vendita della casa, coincide con l’inizio di un nuovo periodo, lasciandosi alle spalle tutto il passato perché in realtà Valerio non c’è più da molti anni, appunto quegli anni del silenzio grande.