Noi di CasertaWeb già da alcune settimane abbiamo scelto di non pubblicare tutti i giorni il consueto bollettino dei contagi e non certo per minimizzare la gravità dei dati. Riteniamo, forse sbagliando, che lo stress psicologico a cui siamo sottoposti da due anni a questa parte sia più deleterio del contagio stesso. Cristina Marrone si è posta lo stesso dilemma e ha analizzato il problema nell’interessante articolo pubblicato da corriere.it, di cui ne riportiamo di seguito una parte.
Sono ormai quasi due anni che viene diffuso il bollettino quotidiano con il conteggio dei nuovi casi Covid, gli «attualmente positivi»i ricoveri ospedalieri, i decessi, il tasso di positività. All’inizio della pandemia ogni giorno alle 17 era convocata una conferenza stampa con Angelo Borrelli che in diretta tv elencava numeri drammatici di ricoveri e decessi (sono stati sfiorati i mille morti il 3 dicembre 2020). Mesi dopo si è detto addio alla conferenza stampa, passando a un bollettino pubblicato online.
Con l’arrivo della variante Omicron, che ha dimostrato un’importante evasione immunitaria, infettando anche chi ha già concluso il ciclo vaccinale, il numero delle infezioni giornaliere è schizzato alle stelle (ieri, 5 gennaio 2022, il dato record mai raggiunto di 189.109 contagi con 231 decessi: ed è probabile che il record non duri a lungo). Un anno fa i contagi erano stati 15.378 e 649 i morti. Tra il 27 dicembre e il 2 gennaio in Italia sono stati registrati 680 mila nuovi casi di coronavirus, quasi il triplo rispetto alla settimana precedente, mentre i dati sui ricoverati, (in area medica e terapia intensiva) e sui decessi, pur crescendo costantemente sono ancora lontani dai picchi che abbiamo toccato un anno fa, soprattutto se rapportati al numero dei contagi — e questo, non lo si ripete mai abbastanza, è grazie alla campagna vaccinale.
Ora la domanda che molti si stanno ponendo è se non sia il caso di cambiare il modo di «contare» il Covid: abbassando la rilevanza data al conteggio dei nuovi casi giornalieri (o lasciandolo perdere del tutto) e non sia invece più opportuno concentrarsi sul numero dei ricoveri, il dato che più interessa per monitorare la pressione ospedaliera.
È una buona idea? Quali sono le ragioni della richiesta, e quali effetti avrebbe?
Da un lato un numero di casi così enorme sembra meno significativo del numero di ospedalizzazioni (il nostro sistema dei colori del resto non guarda al numero giornaliero di contagi nella scelta dei colori per le regioni, e dunque delle restrizioni). D’altro canto non contando i casi si rischia di vedere tardi l’onda delle ospedalizzazioni.
Inoltre ridurre il Covid alle sole conseguenze per il sistema sanitario, senza guardare a quelle vissute dalla società nel suo insieme, come i servizi pubblici a singhiozzo per mancanza di personale o negozi chiusi perché proprietari e commessi sono positivi, potrebbe essere riduttivo e non fare cogliere la reale portata della pandemia, facendo passare in secondo piano un atteggiamento prudenziale più che mai utile in questa fase.
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