Lo sfogo, quasi una lettera aperta, arriva sul gruppo Facebook di cittadinanza attiva Ciò Che vedo in città Caserta, ed è il racconto, nella particolare fattispecie, di quanto sia sempre più difficile essere disabili in questa nostra terra.
Giuseppe D’Alterio è un cittadino casertano, una guida naturalistica per il WWF tra l’altro, che negli ultimi tempi ha purtroppo contratto una disabilità ma che sta cercando di continuare a vivere una vita sociale dignitosa, come per esempio poter andare ad assistere ad uno spettacolo.
Di seguito il signor D’Alterio descrive i suoi tentativi nel partecipare agli eventi di un‘Estate da Re, la nota rassegna musicale prevista nel mese di settembre alla Reggia di Caserta, (realizzata in collaborazione con il MIC e con il Comune di Caserta, organizzata e promossa dalla Scabec, società in house della Regione Campania nata per la valorizzazione del patrimonio culturale regionale e organizzatrice degli eventi), purtroppo con grande difficoltà.
“Voglio raccontare una mia disavventura (e indignazione) nel prenotare dei posti per alcuni eventi della rassegna un’Estate da Re – esordisce il racconto – già da subito ho avuto proprio forti difficoltà nel capire come poter prenotare: l’unico contatto possibile con l’organizzazione di Un’estate da re, per questioni di disabilità, è un indirizzo di posta elettronica, e a richieste ripetute a quella mail di indicare dove sarebbero stati collocati i posti a sedere mio, di mia moglie (mia accompagnatrice) e mio figlio, che possibilità di parcheggio avremmo potuto avere per rendermi l’accesso più semplice, abbiamo sempre ricevuto un silenzio abbastanza esplicativo.
Quando poi abbiamo provato a chiamare gli uffici della Scabec per avere almeno un contatto diretto, ci è stato risposto che la persona in questione non era tenuta a rispondere al telefono e prima o poi avrebbe risposto attraverso le mail.
Intanto quella persona ha risposto esclusivamente alle mail dove più strettamente indicavamo i nomi da mettere sui biglietti, facendoci intendere ancora una volta quanto non fosse intenzionata a rispondere invece alle mie domande rispetto alle questioni propriamente relative alla mia disabilità, glissando completamente le nostre richieste.
Era così difficile indirizzarci nel giusto modo? Dirci cosa fare, indicarci se per esempio dovevamo invece parlare direttamente con i riferimenti presenti alla Reggia di Caserta? Cosa potevamo saperne noi, ovvio che ci riferissimo agli indirizzi indicati per le informazioni.
È davvero spiacevole che un evento così importante, in questo modo, con questa tale mancanza di attenzione, emargini ed escluda persone come me, che soffrono di disabilità.
Alla fine, non è per me solo che scrivo queste cose ma per tutti quelli che come me a quest’evento non ci potranno andare o dovranno andarci “alla cieca”, anche solo per sapere che posti avranno assegnati o per la pretesa di capire se potranno vedere lo spettacolo seduti vicino alla propria famiglia, o quanta strada dovranno fare per raggiungere il proprio posto, o se esista o meno un modo per raggiungerlo.
Spero che questa storia abbia una diffusione quanto più larga possibile e che qualcuno ancora adesso, riesca a darmi delle spiegazioni opportune”.
E lo speriamo anche noi.