Utero in affitto, maternità surrogata e gestazione per altri

Utero in affitto, maternità surrogata e gestazione per altri
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Quando una donna si assume l’obbligo di provvedere alla gestazione e al parto per conto di un’altra persona o una coppia cui verrà affidato il nascituro si parla di gestazione per altri, che può essere definita maternità surrogata o utero in affitto.

Tutte le forme in cui si ha una donna che porta avanti la gravidanza per conto di quelli che saranno i genitori del nascituro si definiscono gestazioni per altri nel senso più ampio del termine. I casi di gestazione per altri prevedono che gli ovuli non sono mai quelli della donna che porta avanti la gravidanza e quindi non vi sono legami genetici con lei.

FONTA-BOSCO
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Il termine maternità surrogata si intende per indicare la gestazione, e non è legata ad una assunzione di responsabilità genitoriale da parte di chi si occuperà del bambino.

Sinonimo di gestazione per altri può essere inteso il termine utero in affitto che usato da chi sostiene che il corpo delle donne sia (o teme che possa essere) sfruttato attraverso questa pratica e nel termine «in affitto» scaturisce dal  pensiero che il corpo della donna venga usato per trarre profitti o sfruttato economicamente.

In Italia è vietata la gestazione per altri e la legge 40 del 2004 regolamenta tale pratica «Norme in materia di procreazione medicalmente assistita». «Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro», recita il comma 6 dell’articolo 12.

La Corte Costituzionale nel 2021 ha ribadito che « il divieto, penalmente sanzionato, di ricorrere alla pratica della maternità surrogata risponde a una logica di tutela della dignità della donna e mira anche ad evitare i rischi di sfruttamento di chi è particolarmente vulnerabile perché vive in situazioni sociali ed economiche disagiate».

Inoltre la stessa Corte ha tenuto in considerazione il tema dell’interesse del minore, che è quello «di “ottenere un riconoscimento anche giuridico dei legami che nella realtà fattuale già lo uniscono a entrambi i componenti della coppia, ovviamente senza che ciò abbia implicazioni quanto agli eventuali rapporti giuridici tra il bambino e la madre surrogata”».

Secondo indagine SIRU del 2019, si tratta di 3.000 persone all’anno: in maggioranza coppie sia etero che gay che ricorrono alla fecondazione eterologa, cioè alla donazione del seme o a quella degli ovuli.

Si possono citare i circa 6.000 bambini nati con la maternità surrogata in Ucraina nel 2021, uno dei Paesi in cui è legale per le coppie etero e i single. Sono figli di coppie che arrivavano (prima della guerra) da tutto il mondo per questa pratica, che nel Paese è aperta anche agli stranieri e meno costosa che negli Stati Uniti.

Per ulteriori approfondimenti: Studio Legale Civile & Penale Avv. Paolo Saracco