VIVOFEST nasce da un’idea di Gennaro Vitrone, cantante casertano con quarant’anni di esperienze musicali e creazioni al suo attivo, ed è un Festival artistico-musicale dove le diverse arti si incontrano, dialogano e si fondono tra loro.
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Direttore Artistico e voce del suo gruppo, insieme a Ernesto Orecchio (chitarra acustica), Carmine Silvestri (percussioni), Ubaldo Tartaglione (chitarra elettrica), Donato Tartaglione (basso), Almerigo Pota (flicorno), Gennaro Vitrone ha organizzato, per il sesto anno, il VIVOFEST, presso “Il Cortile” a via Galilei, cui hanno preso parte la scrittrice Michela Savoia con la lettura di alcune poesie e passi dal suo ultimo libro “Di vento e d’infinito“, il pluripremiato dj Paki Di Maio e Francesco Di Bella. La serata è stata presentata da Tonia Cestari e Raffaele Calvanese.
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Paki Di Maio, compositore, sound designer, producer e con nomination ufficiale a la Biennale di Venezia, ha presentato un inedito ed una colonna sonora di un film in prossima uscita con effetti elettronici molto speciali e a tratti surreali; già attivo per colonne sonore ed adattamenti sonori presso il Teatro Civico 14 di Caserta, il musicista ha “sonorizzato” tutta la sala con un sound davvero moderno e d’impatto, spingendo l’ascoltatore ad immaginare scene fantascientifiche.
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Il seguito, più soft, ha richiesto un attimo in più di concentrazione e riflessione su temi sociali importanti quali l’emigrazione e l’inclusione sociale. Michela Savoia, finalista alla Slam Poetry ed autrice di molti reading e di un laboratorio di scrittura creativa, si è soffermata sul significato proprio della parola, quella che unisce, che dà valore e senso a ciò che veramente si vuole comunicare, una relazione tra il “tu” e l'”io”, una parola che oggi più che mai è in crisi, fa fatica ad esistere ed a sopravvivere in un mondo tecnologico e veloce. Ha colpito la sua recitazione sentita ed empatica, compenetrata nei suoi versi e nelle sue strofe.
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La band di Gennaro Vitrone, sempre alla ricerca di nuovi testi e nuove sonorità, ha eseguito “Duo“, “Oltre il buio“, “Solo se ci credi“, “Salvami” con l’energia e l’entusiasmo che caratterizza tutti i componenti del gruppo, prima di tutto grandi amici. Come egli stesso ha dichiarato, “suoniamo perchè ci piace e ci divertiamo“.
Prima dell’esibizione dell’ospite attesissimo Francesco Di Bella, ex leader dei “24 Grana”, Chiara Vitrone ha letto alcuni passaggi del libro scritto da Raffaele Calvanese “Dal mio ufficio si vede il male“, una storia forte e pregnante sulle difficoltà ed i disagi psicologici che condizionano le giornate dei protagonisti: uno scorrere fluido ed emozionale, pacatamente esposto, quasi commovente e raccontato da una giovane attrice molto promettente.
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Staccatosi dal gruppo alternative rock nel 2016 diventa uno dei più noti cantautori italiani, raccontando la sua Napoli in un viaggio sonoro metaforico con sfumature underground. Da questo momento propone songwriting (che tiene tuttora) rivolti a giovani autori, una sorta di laboratorio cantautorale. Dal 2020 porta in giro la sua musica in acustico, con la sua sola chitarra con cui ha un rapporto quasi simbiotico. I brani proposti hanno raccontato la sua vita musicale e personale a partire dagli anni ’90 ad oggi, attraversando il mare, le strade, i personaggi, le problematiche sociali di una Napoli che conquista, affascina e conserva le sue tradizioni nell’evolvere del tempo.