Il 06 giugno 2022 presso la sede Avo di Caserta si è costituito in un clima di coesione e armonia il Consiglio Direttivo Avo Caserta.
All’unanimità è stata riconfermata piena fiducia alla Presidente Antonietta Rispoli, Vice presidente Maristella Bove, Segreteria Candida Tortora, Tesoriera Angela Speciale, Coordinatrice delle responsabili di reparto. Filomena Cinquegrana, Formazione Valentina Parent, Eventi Alessandra Gionti.
Il nuovo Consiglio Direttivo, che inizia il suo cammino, insieme ai volontari dell’Avo Caserta, con spirito di appartenenza all’Associazione e nel rispetto della Legalità e Trasparenza, arriva poco dopo il Convegno nazionale FederAvo che si è tenuto alla fine di maggio a Montesilvano Marina.
Il XXII Convegno ha inteso presentare i risultati del Censimento di tutte le AVO d’Italia e un’indagine su come i Presidenti delle AVO locali desiderano l’AVO e La Federavo di oggi e di domani.
“Il convegno Federavo nazionale è sempre un momento di grande confronto – ha spiegato Antonietta Rispoli – perché ci si incontra con tutti i presidenti d’Italia, siamo 245 sedi con 23 mila volontari, quindi è un momento importantissimo di grande crescita nel corso del quale è prevista anche una formazione con grandi docenti.
Come AVO Caserta abbiamo raccontato come, pur lontani dalle corsie per via della pandemia, in realtà non siamo mai usciti dall’ospedale perché abbiamo continuato con le varie accoglienze, servendo al CUP, diversamente dalle altre AVO noi siamo stati completamente a regime e l’esperienza della nostra presenza alla Caserma Garibaldi per la campagna vaccinale lo dimostra pienamente”.
“Un lunghissimo periodo di lavoro quasi h, 24 – ci racconta la presidente – facevamo accoglienza a tutto tondo al servizio delle persone, in accordo con i militari, con l’ASL e con tutti i volontari che sono stati straordinari; abbiamo fatto un lavoro enorme e non vogliamo dimenticare anche l’accoglienza dei profughi ucraini arrivati con i pullman sia alla Garibaldi che alla Scuola Specialisti dell’Aeronautica.

Diciamo che la pandemia ci ha costretti a sviluppare un nuovo modo di fare servizio, un nuovo modo di vivere l’AVO che certamente non è più quella di 20 anni o di 30 anni fa che si limitava ad entrare nel reparto e stare accanto all’ammalato.
Ciò non significa che non lo faremo più anzi, continueremo a farlo perché è importantissimo sostenere il malato, ma con la nuova consapevolezza che chi soffre a volte non è soltanto la persona che sta in ospedale, che ha bisogno di parlare, di un aiuto morale, di qualcuno vicino. Sono tante le persone che non sono fisicamente in ospedale ma che comunque hanno bisogno di aiuto e io ritengo che l’AVO CASERTA lì deve essere, in quei posti. I volontari devono stare accanto a chi ha bisogno, vicino a chi soffre, attraverso quelli che noi chiamiamo servizi alternativi che non facciamo solo in ospedale ma che facciamo all’utenza fragile in generale”.