Sabato sera, presso la tenuta Mulino Bencivenga di Alvignano, si è svolto “Wine Listening“, evento organizzato da Genovese Management, nato da una felice ed originale idea di Mario Pagliaro e Donato Tartaglione.
—
La giornalista Nadia Verdile ha condotto gli astanti in un percorso sensoriale fatto di odori, colori, suoni, gusto e percezione tattile a contatto con un prodotto autoctono ed invecchiato sapientemente qual è, appunto, il vino del nostro territorio: dal bianco al rosé, per poi passare ai rossi.
—
Numerosi i partecipanti all’evento, tra sommelier, viticoltori ed appassionati che hanno potuto conoscere ed apprezzare questa realtà attraverso i proprietari delle aziende vinicole e dello stesso mulino presente nella tenuta, i cui prodotti stanno diventando un punto di riferimento per chi sceglie il bio, uve e grani non raffinati.
—
Il Mulino Bencivenga, infatti, produce biologicamente alimenti salutistici, legumi e farine integrali naturali di grani antichi, moliti a pietra, con basso valore di glutine, con degustazione e vendita nella sala ristoro di pane, pasta e pan grattato, farina di mais, ceci liscio siciliano, farro dicocco, fagioli gialli (di Miscano), lenticchie rosse e verdi, ortaggi e verdure dell’orto.
—
La produzione di pane, ottenuto lavorando in modo naturale grani non raffinati, garantisce odori e sapori unici, come affermato dallo stesso proprietario e come hanno potuto verificare i commensali degustandolo abbinato ad altri stuzzicanti prodotti gastronomici.
—
Durante la serata sono stati degustati quattro vini del territorio dell’Alto Casertano ed in particolare: il Pallagrello Bianco della Società Agricola Sclavia, il Rosé dell’Azienda Tralice, l’Aglianico dell’Azienda Tenuta Santa Monica ed il Casavecchia delle Cantine Alois. Ad Ogni vino è stato abbinato un finger food appositamente preparato utilizzando i prodotti del Mulino Bencivenga.
—
L’originalità della serata è stata l’aver organizzato una degustazione “silenziosa” per consentire l’ascolto di brani jazz eseguiti dal maestro Pietro Condorelli, chitarrista jazz di fama internazionale, direttore di un’orchestra jazz e docente di chitarra jazz al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli. Ad ogni proposta di assaggio il noto chitarrista ha improvvisato musiche ispirandosi al sapore, all’odore e alla vista di ciascun vino, quindi quattro brani per quattro sensazioni.
—
Note scorrevoli, interrotte da sincopati, armonie moderne, progressioni armoniche, staccati, bossa nova ed incursioni classiche, arrangiamenti da “jam session” hanno polarizzato l’attenzione sul musicista, non nuovo a questo genere di sinestesia.
—
A sorpresa, durante il convivio, si è esibita con il maestro Condorelli la vocalist Linda Andresano, la quale ha interpretato tre brani jazz, tra cui “Giorgia on my mind” di Ray Charles, con grande soul ed una vocalità davvero espressiva e penetrante.
—
“Ascoltando il vino” è stata davvero un’idea geniale, un modo per avvicinare al mondo delle uve coltivate in terreni particolarmente fertili ed anche vulcanici con metodi tradizionali e grande cura nell’invecchiamento e nella selezione, ma non solo: abituare alla lentezza del gesto, alla concentrazione nell’assaporare le essenze contenute nel vino (ora i frutti di bosco, ora il pepe nero, ora l’amarena, ora la frutta secca), allo stimolare la fantasia pensando di poter trasformare una sensazione fisica in musica e ad apprezzare il lavoro di ricerca e mantenimento delle tradizioni che gli agronomi portano avanti.
—
Molto professionale nel condurre la serata la giornalista de “Il Mattino“, scrittrice e docente di lettere, Nadia Verdile, che ha coinvolto gli ospiti in una piacevole conversazione e un’originale esperienza conviviale.